L'ICONA AZZURRA

Paralimpiadi, Bebe Vio ancora a medaglia: ecco il bronzo nel fioretto

La fuoriclasse italiana ha letteralmente dominato la sua avversaria conquistando la finale per il bronzo in grande scioltezza, 15-2

Bebe Vio, molto più di una semplice atleta

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Bebe Vio Grandis ha conquistato la medaglia di bronzo nel fioretto categoria B alle Paralimpiadi di Parigi 2024. L'atleta azzurra - dopo aver rialzato la testa nello spareggio di ripescaggi contro la cinese Su Kang - nella finale per il terzo gradino del podio ha battuto la sudcoreana Eun Hye Cho con il punteggio di 15-2. L'azzurra conquista una medaglia individuale nel fioretto per la terza volta consecutiva dopo la doppietta d'oro firmata tra Rio 2016 e Tokyo 2020.

Dopo aver iniziato a praticare scherma a 5 anni, ha proseguito l'attività anche dopo la meningite fulminante che l'ha colpita quando aveva 11 anni. Una patologia dalle conseguenze particolarmente gravi, tanto da rendere necessaria l'amputazione degli arti. Bebe non si è però mai data per vinta e a partire dal 2014, ad appena 17 anni, ha iniziato a raccogliere successi a livello internazionale grazie al doppio oro continentale (individuale e di squadra) vinto a Strasburgo.

Da lì in avanti è stato un crescendo di trionfi che l'hanno resa una delle interpreti più vincenti della disciplina sulla scena mondiale. Alla prima esperienza paralimpica della carriera, due anni più tardi, ha fatto subito centro. Lo scorso 5 luglio, è tornata in gara aprendo la sua stagione 2024 con un successo individuale in Coppa del Mondo. A Varsavia, è salita sul gradino più alto del podio in quello che è stato l'ultimo impegno ufficiale prima degli attesissimi Giochi Paralimpici, terminati appunto con la medaglia di bronzo.

"NON È ORO CHE SI ASPETTAVANO, MA SONO FELICE"
"Il mio primo bronzo individuale, sono molto felice. Non è l'oro che si aspettavano tutti, ma sono contenta perché non è tutto regalato. Per come sto mentalmente questa è bellissima. Grazie a tutto lo staff e a tutti i miei amici, li sentivo farmi il tifo. Se c'è una medaglia è grazie a loro, altrimenti ciao. Dietro c'è un lavoro di tantissime persone, essere qui è tanto fico, e ora abbiamo la gara a squadre".

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