Assunta Legnante si conferma una campionessa senza tempo conquistando nel getto del peso il suo terzo oro alle Paralimpiadi. A Parigi l'azzurra nella categoria F12 si impone allo Stade de France con la misura di 14.54 metri precedendo l'ubzeka Safiya Burkanova (14.12) che si era imposta tre anni fa a Tokyo (si presentava da campionessa del mondo in carica) e la cinese Yuping Zhao, bronzo con 12.21. Legnante era salita sul gradino più alto del podio a Londra 2012 e Rio 2016, mentre a Tokyo 2020 conquistò d'argento. Si tratta della sesta medaglia paralimpica per l'atleta 46enne: oltre ai successi nel peso c'è anche un doppio argento nel lancio del disco, a Tokyo e pochi giorni fa a Parigi.
Testarda, sia nell'accezione positiva che in quella negativa, volenterosa e decisamente allegra, sono le tre aggettivazioni che ha usato per presentarsi. "Lo sport mi ha dato l’opportunità di fare ciò che mi piaceva e ciò che mi riusciva meglio". Un passato nella pallavolo, Assunta un giorno decide di provare tutte le discipline dell’atletica e diventa presto un'atleta di alto livello nei lanci.
Nel 2009 l'aggravarsi di un glaucoma congenito presente sin dalla nascita la porta ad abbandonare la carriera olimpica, ma ad abbracciare quella paralimpica. "Dell'atletica mi piace il fatto di stare insieme agli altri, mi piace la fatica alla fine di ogni allenamento. Cerco di dare sempre il massimo, prima di tutto per me stessa". Il momento sportivo più bello risale ai Giochi di Londra del 2012: "Quell’oro rappresentò letteralmente l’inizio di una rinascita. Sono passati 12 anni, e le date delle mie gare sono le stesse più o meno di quelle di Londra, magari è un buon segno".
"È stata una gara un po' strana. Ero carica, però poi alla fine mi sono ritrovata a fare i conti anche con un po' di emozione, perché volevo talmente tanto riprendermi questo titolo che non sono riuscita a fare le misure che volevo. Volevo riprendermi il titolo, ma non è che potevo aspettarmelo perché non sei da sola in pedana, ci sono le altre. E poi, soprattutto quando le altre sono atlete come te che ti hanno già battuto in passato, tre anni fa, l'incubo può sempre ritornare".
Con tre ori e tre argenti in tre Paralimpiadi, il palmares dell'azzurra diventa sempre più impressionante. Ma Legnante, 46 anni, non sembra avere ancora alcuna intenzione di fermarsi: "Mi hanno detto che sono l'atleta paralimpica più medagliata nell'atletica, e speriamo che questo curriculum a Los Angeles possa servire per coronare tutta questa carriera con un premio da parte del Comitato paralimpico". Nel 2028, ha sottolineato, "avrò 50 anni e sarà forse, e dico forse, la mia ultima Paralimpiade: ecco, una bandiera la porterei volentieri alla cerimonia d'apertura...", il suo desiderio.