"Ce l'ho fatta di nuovo...Sono riuscito a superare la mia stessa immaginazione!". È questo il primo messaggio che Filip Babicz ha voluto diffondere sui propri profili social, in ben tre lingue diverse, dopo la missione portata a termine con enorme successo sul Cervino qualche giorno fa. Il punto di partenza per la scalata è stato il Rifugio Oriondé sul versante italiano della "Gran Becca", così come viene chiamato il Cervino nel dialetto valdostano. Una volta raggiunta la Cresta di Furggen, Filip Babicz l'ha percorsa lungo la Diretta degli Strapiombi e toccata la vetta a 4478 metri è sceso lungo la Cresta dell'Hörnli in soli 40 minuti approdando alla famosa base svizzera sul lato di Zermatt.
Da questo punto in avanti, l'impresa si è fatta più difficile: il polacco si è avventurato lungo il percorso ai piedi della parete Nord del Cervino, soggetto a numerose scariche di sassi. Ha quindi raggiunto la base della Cresta di Z'mutt a circa 3410 metri, risalendola fino alla vetta un altro tempo record: 2 ore e 18 minuti.
Ed ecco arrivato il momento della seconda discesa: dalla vetta svizzera Babicz ha impiegato 37 minuti per arrivare al Colle del Leone da dove poi, su terreni sempre più facili, è tornato all'Oriondé, dove tutto era iniziato.
Il concatenamento delle quattro creste del Cervino è stato realizzato altre sei volte nella storia ma mai in 7 ore, 43 minuti e 45 secondi. Filip Babicz ha sottolineato come "l'etica e uno stile impeccabile" siano stati alla base della sua doppia traversata per poter raggiungere la "pura perfezione della forma".