l'analisi

Italia bella e pragmatica, Spalletti azzecca tutto. Ma ora servono conferme

Contro una Francia insipida, gli Azzurri vincono in rimonta e con merito: modulo, scelte e tattica, questi i segreti del successo al Parco dei Principi

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Luciano Spalletti aveva detto senza mezzi termini di aver fatto tesoro degli errori di Euro 2024 e che avrebbe posto rimedio: se il buongiorno si vede dal mattino, la vittoria sulla Francia in Nations League regala fiducia in vista del percorso azzurro verso le qualificazioni ai Mondiali 2026. Come sempre, nello sport come nella vita, sarebbe ingiusto addossare tutte le colpe al ct, che pure se l'è prese, e dunque va registrato un cambio di passo anche dei giocatori, sicuramente aiutati dal modulo, un 3-5-2 più congeniale alla stragrande maggior parte della rosa, e dalla scelta di cercare un calcio meno cervellotico ma più pratico e concreto, non per questo semplice o statico.

E in effetti di bel calcio se ne è visto al Parco dei Principi, anche per merito delle scelte di Spalletti, azzeccate all'inizio come a gara in corso. C'era qualche dubbio nel "sacrificare" Bastoni centrale, quando dà il meglio da braccetto, ma la straripante prestazione di Calafiori ha cancellato ogni titubanza: l'ex Bologna è di fatto un centrocampista aggiunto, dialoga bene con Tonali, e quando può entra in mezzo al campo. A proposito: la scelta di schierare dall'inizio Pellegrini rispetto a Raspadori ha sicuramente dato una mano al reparto di mezzo, cosa che ha messo in difficoltà la Francia che invece con Griezmann a supporto di Mbappé aveva fatto scelte diverse. E comunque l'attaccante napoletano è poi entrato nel momento giusto della ripresa - altro colpo di Spalletti - segnando il gol del definitivo 3-1.

Quello dell'Italia è un calcio fatto di possesso palla, che sfrutta quando può le ripartenze che tanto piacciono a noi italiani, ma prende il meglio pure dagli esterni, Dimarco - gol clamoroso a parte - è nella sua versione più scintillante e anche Cambiaso si propone e rincula coi giusti tempi. Bene anche il rientro di Tonali, che serviva come il pane a una mediana così impostata, dove c'è da segnalare la prestazione a tutto campo di Frattesi, uomo ovunque e ancora una volta in rete in maglia azzurra.

Tutto bello, tutto definito, rinascita certificata? Un attimo. La delusione europea è ancora tanta e la Francia vista ieri soffre di una stanchezza mentale e tattica figlia dell'era Deschamps che, se non nelle idee della Federcalcio francese, quantomeno nei fatti sembra finita. E occhio alle distrazioni come quella di Di Lorenzo sullo 0-1 a freddo, roba che ci sembrava di essere ancora agli Europei. Però la reazione del gruppo, la prestazione complessiva e uno Spalletti più pragmatico ci fanno pensare che sì, possiamo guardare al futuro con più ottimismo. Cercasi conferme lunedì contro Israele.

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