dopo gli us open

Sinner: "Orgoglioso del percorso, ho ritrovato me stesso giocando"

 Le parole dopo il successo a New York: "Faccio tanti sacrifici per essere a questo livello, sembra tutto facile ma non lo è"

@Getty Images

Jannik Sinner racconta emozioni e sensazioni dopo la vittoria agli Us Open, ripartendo dal caso clostebol: "Ho passato momenti duri, quando entravo in campo non era come prima, chi mi conosce bene si era accorto che qualcosa non andasse. Notti agitate, a volte non dormivo. Poi, però, durante il torneo americano ho ricominciato a essere me stesso, e questo è più importante del risultato". Ecco perché, rivela l'azzurro: "Dopo ogni obiettivo raggiunto, si festeggia: questo l'accordo col mio team, bisogna godersi il momento. Non c'è una regola fissa, posso riposarmi tre come cinque giorni. Questa volta, per esempio, ho bisogno di staccare di più".

Vincere gli Us Open da numero al mondo non è cosa da tutti giorni e Sinner, senza strafare con la sua solita lucidità, ammette candidamente: "Mi rendo conto di quello che sto facendo, faccio tanti sacrifici per essere in questa posizione. Ma mi fa strano essere considerato un esempio per altri giocatori: ho solo 23 anni...". Dall'America dice di aver sentito l'amore dei tifosi italiani: "Sono onorato di questa attenzione e mi rende più tranquillo, sento sempre il loro affetto a prescindere da dove gioco e a che ora. Anche il pubblico sul campo è stato splendido, non sapevo come avrebbe reagito alla vicenda (il caso doping, ndr) e l'ha fatto nel modo più bello".

Due Slam vinti in un anno, Sinner li racconta così alla Gazzetta dello Sport: " Sembra tutto facile e normale ma non lo è. In Australia sapevo di poter giocare un buon tennis ma ero più libero mentalmente. Qui sono arrivato da numero uno, avvertivo la pressione e alle spalle c'erano mesi di pensieri brutti. E la stagione non è finita: le Finals sono un grande obiettivo". Per poi concludere con le finale di Coppa Davis, se l'italia - senza Jannik e Musetti - si qualificherà: "Penso di andare a Bologna domenica, se la terza giornata sarà decisiva, per salutare la squadra, tengo molto a loro. Non gioco ora perché non avrebbe senso farlo se non sei al 100%, abbiamo un'ottima squadra e sono vicino ai ragazzi".

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