Robin Gosens è stato ufficialmente presentato come nuovo calciatore della Fiorentina. "La Fiorentina per me significa tanto, ho voluto un'altra fase per me e la mia famiglia. Pur essendo tedesco ed essendo a Berlino, in Germania non ci siamo sentiti a casa come in Italia. Sono grato che la Fiorentina mi ha dato l'opportunità di farmi vedere di nuovo - ha spiegato il calciatore tedesco -. La parte migliore della mia carriera è stata in Italia, l'Atalanta mi ha fatto diventare importante, poi ho avuto la fortuna di giocare a San Siro con l'Inter e vincere trofei. Voglio portare la mentalità vincente, per me abbiamo una squadra molto forte e spero di dare una mano".
Dopo Gasperini, Gosens sarà alle dipendenze di un suo discepolo, Palladino. "Ovviamente con Palladino sto lavorando da 12 giorni mentre con Gasperini ho fatto quasi 5 anni. Gasperini per me era un genio in campo, sapevo che mi avrebbe migliorato ogni giorno. Da Palladino mi aspetto lo stesso, mi è piaciuto sin da quando sono arrivato ma anche prima quando ci siamo sentiti al telefono. Il mister è molto giovane, forse sente in maniera diversa i rapporti coi giocatori. Di lui mi piace tanto che è molto onesto, si migliora solo dicendosi la verità. Il fatto di aver trovato qui più o meno lo stesso modulo mi fa piacere, con lui l'abbiamo fatto per 5 anni e l'adattamento è stato facile. Anche gli allenamenti sono simili: tanta intensità e lavoro di forza, si vede che si ispira a lui. A livello personale mi trovo molto bene in schemi come 3-4-3 o 3-5-2, posso esprimermi al meglio".
Sulla Fiorentina. "Mi aspetto tanto, la squadra è forte e ho visto una potenzialità importante. Sono tanti giocatori nuovi, tutti vogliono subito i risultati e capisco che lo sport sia così, ma c'è anche un allenatore con nuove idee: un po' di pazienza serve sempre, siamo su una strada importante e miglioriamo giorno dopo giorno. Mi aspetto tanto dalla stagione, Firenze è una piazza importante e sono sicuro che faremo molto bene".
Qualificazione in Champions o un trofeo. "Ho avuto la fortuna di giocare tanti anni in Champions e per me e la mia crescita è stata sempre la cosa più importante. Però gioco a calcio per vincere trofei e rimanere nella storia, se devo scegliere vado sul trofeo".
Le critiche: "Gosens non è più quello dei tempi dell'Atalanta". "Lì giocavamo da 2-3 anni assieme, c'erano automatismi e tutto girava dalla nostra parte. Se la squadra si esprime bene un giocatore farà sempre meglio, ma onestamente non sono cambiato tanto. Sono pure un po' cresciuto: anche non giocando quanto volevo, l'esperienza all'Inter mi ha comunque aiutato tanto. Nella mentalità vincente, tutti i campioni che c'erano volevano solo vincere. E pure a Berlino, vivendo certe difficoltà. Io direi che rispetto a quando giocavo all'Atalanta sono cresciuto, sia in forma fisica che mentalmente. Ci sono i presupposti per essere il giocatore che sono sempre stato".