DALLA TURCHIA

José Mourinho allontana le Nazionali e stuzzica Osimhen: "Si butta troppo a terra"

Il tecnico del Fenerbahçe ha spiegato il suo passaggio in riva al Bosforo e ha analizzato i nuovi ingressi nel campionato turco

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Nonostante passi il tempo, José Mourinho rimane sempre uno degli allenatori più richiesti al mondo. Dopo l'esonero alla Roma, il tecnico portoghese è approdato in Turchia alla guida del Fenerbahçe puntando a spiccare anche in riva al Bosforo nonostante le numerose proposte ricevute. Alcune sono arrivate anche dalle nazionali, ma lo Special One non sembra esser ancora interessato a quella tipologia di avventure. "Ho avuto diverse occasioni per allenare una nazionale, ma ho sempre rifiutato. Non so quanto mi piacerebbe aspettare a lungo prima di giocare prestigiosi tornei. Mi sento ancora nel pieno delle forze, al momento non ci penso. Più avanti, chissà...". 

Nella lunga intervista rilasciata al canale sportivo turco HT Spor Mourinho ha fatto il punto anche su alcuni giocatori provenienti dalla Serie A come Filip Kostic, giunto negli ultimi gionri alla corte dell'ex allenatore dell'Inter, oppure Victor Osimhen che è andato a rafforzare il reparto offensivo dei diretti rivali del Galatasaray. "Kostic può giocare come difensore a tre, può giocare come terzino, può giocare anche come centrocampista sinistro e, quando necessario, anche come portiere. È un giocatore esperto che ci offrirà molte soluzioni - ha sottolineato il portoghese -. Osimhen è un calciatore fantastico, per un attaccante come lui spenderei anche 75 milioni di euro, ma si butta troppo a terra. Questo è il suo unico grave difetto. Per il resto lo stimo tanto, posso anche dire che siamo amici. È tra i migliori giocatori della storia dell'Africa".

In conclusione Mourinho non ha dimenticato di lanciare una stoccata sul suo passato giallorosso e sulla finale di Europa League persa con il Siviglia vinta ai rigori dagli iberici: "In quella fatidica notte contro il Siviglia, Var e arbitro hanno deciso che non avremmo dovuto vincere il match. Non hanno visto un fallo di mano lampante per oltre un milione di persone. Anche quando morirò non dimenticherò quella triste notte giallorossa". 

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