Stamani la rifinitura ad Appiano, poi il pranzo e il volo per Manchester. Stasera, all'ora di cena, le parole di mister Inzaghi dall'Etihad Stadium, domani palcoscenico dell'esordio dell'Inter nella nuova Champions. Il City a testare la forza e le ambizioni dei campioni d'Italia, il gigante Haaland coi suoi 9 gol in 4 partite di Premier a misurare la tenuta di una difesa che sinora, per quanto in ambito nazionale, lontano da San Siro ha sempre incassato. Torna, per l'occasione, l'Inter della stella, nel senso che dopo il turnover di Monza rientrano tutti i titolarissimi, eccezione fatta per Dimarco che dall'ultima di campionato si porta dietro un piccolo affaticamento muscolare: l'obiettivo è tentare di recuperarlo per il derby col Milan. Già, all'orizzonte c'è pure questo: pensiero ancora lontano ma tuttavia presente, arrivarci con buone sensazioni dopo la trasferta europea sarebbe una spinta importante.
Ma tempo al tempo, prima Guardiola. Torna, si diceva, l'Inter della stella: tornano dunque a centrocampo Barella e Calhanoglu. Entrambi fuori a Monza: rinunciare all'uno o all'altro è possibile, a entrambi, si è visto, no. Rieccoli dunque, con loro ancora Mkhitaryan: l'armeno ha faticato domenica sera, ma resta una certezza per Inzaghi. Zielinski è dato in crescita, Frattesi dà il meglio come incursore a partita in corso: ci sarà spazio, ma non dall'inizio. Poi la difesa: si alza a sulla fascia Carlos Augusto, al posto di Dimarco, rientra Bastoni. Con lui Acerbi, che un anno e mezzo fa a Istanbul annullò il mostro Haaland. Poi Pavard, appannato e colpevole a Monza sul gol di Mota: sono i tre centrali "titolari", il meglio di cui Inzaghi disponga davanti a Sommer: all'Etihad dovranno confermarlo. Con Dumfries candidato al solito ballottaggio a destra con Darmian, si passa poi all'attacco che a Manchester sarà privo di Arnautovic, fermato dalla febbre. Ma qui il discorso, a parte Thuram, cade ovviamente su Lautaro. Il capitano, dicono, avrebbe bisogno di tirare il fiato, alleggerire le gambe e liberare la testa. Fosse stata un'altra partita e ci fosse stato un altro avversario, lo avremmo potuto immaginare a riposo: ora no e questa è l'occasione paradossalmente migliore per ritrovarlo. O meglio, per vederlo alla ricerca di quel gol che gli manca da mesi. Gli serve sbloccarsi, il resto poi verrà di conseguenza. Discuterlo è follia. Inzaghi, da ex attaccante, lo sa. Da tecnico non ci rinuncia.