Milan da Fonseca a Sarri: perché sì e perché no
Il modulo dell'ex Lazio sembra adattarsi perfettamente all'eventuale nuovo tecnico. Ma il lavoro da fare non sarà comunque semplicissimo
Se il futuro di Paulo Fonseca è legato al derby di domenica sera contro l'Inter, sull'eventuale sostituto del portoghese, al netto di contatti che possano essere più o meno positivi, i dubbi non sono moltissimi. La triade rossonera sembrerebbe indirizzata verso Maurizio Sarri, libero dopo l'esperienza alla Lazio e pronto a rimettersi in gioco in una squadra che, tra l'altro, ha sempre apprezzato. Ma cosa comporterebbe il passaggio da Fonseca a Sarri? La svolta principale sarebbe tattica, con l'abbandono del 4-2-3-1 in favore di un più equilibrato 4-3-3, modulo che fin qui il portoghese non ha preso in considerazione e ha escluso proprio a margine della sconfitta contro il Liverpool.
Sarri, invece, quel modulo lo conosce alla perfezione e lo considera più adatto alle caratteristiche dei giocatori della rosa del Milan. La difesa resterebbe a quattro, ma difenderebbe più alta di quanto non ha fatto fin qui, perché le squadre del tecnico toscano hanno come dogma principale pressing alto e squadra corta. Le distanze in fase difensiva devono ridursi il più possibile per allungarsi, nemmeno sempre, in fase offensiva.
La costruzione della manovra parte sempre dal basso e qui potrebbe esserci il grande problema da risolvere. Sarri ha sempre avuto un regista basso molto geometrico: il Milan non ha nessun giocatore con queste caratteristiche in rosa se si esclude l'infortunato Bennacer. Come sia in grado di ovviare a questa lacuna non è semplice immaginarselo, mentre è chiaro che dal suo modulo potrebbero trarre grande vantaggio le due mezzali Reijnders e Loftus, che tornerebbero a occupare una posizione più adatta alle loro caratteristiche. In attacco le soluzioni restano le stesse di adesso, con Pulisic e Leao larghi e Morata o Abraham al centro.
Tra le controindicazioni da prendere in considerazione c'è certamente la difficoltà di apprendere un modo di giocare che è tutto fuorché semplice. Sarri, in altre parole, avrebbe bisogno di tempo e di tempo, in realtà, in caso di nuova sconfitta nel derby, non ce ne sarebbe molto. Il calendario è da qui a fine anno molto intenso, con un paio di soste per le nazionali che in ogni caso porterebbero via uomini al nuovo allenatore, e la necessità di recuperare terreno sia in campionato che in Champions. La sfida sarebbe comunque molto interessante proprio per un allenatore che ama costruire da zero o quasi. Sarebbe la scelta giusta? Difficile dirlo, ma sarebbe una scelta affascinante.
Prima, però, c'è un derby da giocare: il destino di Fonseca è in bilico, ma non ancora segnato. Sarà l'Inter, un'altra volta, a segnare il cammino dei rossoneri.