LA POLEMICA

Verstappen minaccia il ritiro: "Se devo avere a che fare con queste stupidagini..."

Il tre volte campione del mondo non ha mandato giù la sanzione discilplinare e ha trovato un alleato... inaspettato

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Nonostante la schiacciante dimostrazione di superiorità da parte della McLaren, il weekend del Gran Premio di Singapore ha detto che Max Verstappen è ancora il netto favorito nella corsa al titolo. Lui invece, nel senso di Max, dopo aver fatto scena muta nella conferenza stampa ufficiale del sabato, al capolinea del diciottesimo appuntamento stagione ha detto che la querelle relativa alla sanzione per linguaggio scurrile (quarantotto ore prima nella stessa sede) potrebbe anche portarlo a considerare l'ipotesi ritiro. Solo una provocazione? È altamente probabile, ma attenzione: il tre volte campione olandese ha più volte affermato (senza mezzi termini) di mal sopportare il contesto nel quale lui peraltro ha fin qui prosperato. Un disamore per tutto quello che riguarda la Formula 1 fuori dall'abitacolo che lo porta spesso a rifugiarsi negli e-sports (così meravigliosamente asettici), magari alle tre di un sabato notte che precede una domenica da Gran Premio.

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"Questo tipo di cose deciderà sicuramente il mio futuro, se non posso essere me stesso o devo avere a che fare con queste stupidaggini. Mi trovo in una fase della mia carriera nella quale non voglio avere a che fare con questo tutto il tempo. È davvero stancante. Ovviamente è fantastico avere successo e vincere le gare, ma una volta che hai realizzato tutto questo, allora vuoi anche divertirti. Qui tutti spingendo al limite e rischiano la vita, anche in fondo alla griglia. Ma se hai a che fare con tutto questo tipo di cose stupide, per me non è un modo per continuare in questo sport, questo è certo".

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A spalleggiare il bellicoso olandese c'è addirittura (ed è un'alleanza clamorosa e magari... interessata) il suo antico rivale Lewis Hamilton. Commentando la "condanna" ai lavori socialmente utili di Verstappen, sir Lewis lo ha consigliato a sottrarsene, anzi in buona sostanza a... fregarsene. Perché presenziare a un convegno FIA su sicurezza stradale, sostenibilità oppure inclusione magari un giorno di gennaio a Nantes, Bonn oppure Goteborg invece di svernare ai Tropici, se sei convinto di non aver fatto nulla di male? Siamo sempre nell'ambito della provocazione, beninteso.

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Di sicuro, una sanzione di carattere morale come punizione per quella che alla fine è stata una caduta di stile o poco più, sembra veramente esagerata: non sarebbe bastato un semplice avvertimento, una reprimenda o magari una multa, di quelle che fioccano dalla situation room dei Commissari di Gara un Gran Premio sì e l'altro pure? Evidentemente no, i piloti (specialmente quelli di maggior successo e carisma) sono dei modelli di ruolo e non possono permettersi certe leggerezze a danno della Federazione Internazionale o di Formula 1 (inteso come Organizzatore del Mondiale) e delle rispettive immagini e rispettabilità, peraltro molto più "di manica larga" nell'allungare all'infinito la stagione ampliandola a Paesi nei quali sostenibilità, inclusione, rispetto per l'ambiente sono concetti in alcuni casi disattesi. Per non affrontare (non è questa la sede) tematiche ancora più alte dal punto di vista etico come quelle relative ai diritti umani. 

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