Leandro Bolmaro, l'uomo ovunque di Milano è già decisivo
Un fine settimana di Supercoppa in crescendo, culminato con la tripla decisiva nel supplementare contro la Virtus Bologna
Tra sabato e domenica scorsa, il miglior Leandro Bolmaro si è visto solo da lontano. Anzi: per quasi 6 degli 8 quarti della Frecciarossa Supercoppa 2024, non è sbagliato dire che l'argentino è stato uno dei meno brillanti di Milano. Dalla rubata su Belinelli con contropiede e schiacciata inclusi, però, la guardia arrivata dal Bayern Monaco ha iniziato a mostrare perché Messina e l'Olimpia hanno investito tanto su di lui.
Dopo una semifinale e una prima metà di finale tra il confuso e l'annebbiato, quasi con la volontà di strafare per rubare sin da subito l'occhio, è stato nel momento topico che Bolmaro ha elevato il rendimento sul parquet. Chissà quanto spesso si vedrà, a proposito, l'ingresso dell'ex Barcellona dalla panchina: contro Reyer e Virtus, coach Messina ha riproposto il quintetto con un playmaker (Dimitrijevic) e Shields come guardia, utilizzando Bolmaro quasi come sesto uomo, ruolo mai ricoperto in carriera.
Vederlo inizialmente schierato insieme a Flaccadori rende la difesa sul perimetro di Milano tentacolare, capace di coprire moltissime linee di passaggio grazie a braccia infinite e generare contropiedi e punti veloci. Come hanno mostrato però i finali di partita di Supercoppa, è da un'altra struttura di gioco che passeranno le fortune dell'Olimpia: per chiudere la gara, i biancorossi non potranno prescindere dalla contemporanea presenza dell'ex nazionale argentino di atletica con Neno Dimitrijevic e Shavon Shields.
Se il go-to-guy dell'Olimpia, l'uomo a cui affidare i possessi decisivi quando la palla pesa e scotta, continuerà a essere il danese di Overland Park, l'equilibrio di responsabilità e compiti offensivi dei due nuovi arrivati ha già mostrato segnali incoraggianti: Dimitrijevic a governare l'attacco a difesa schierata, Bolmaro a guidare le eventuali transizioni - probabilmente in numero ancora inferiore alle attese - e a punire sugli scarichi i vantaggi creati dai compagni. Così sono arrivati i punti più pesanti della Supercoppa dell'albiceleste: Virtus che indirizza Shields verso gli aiuti al centro dell'area, riapertura del #31 e tripla di Bolmaro per il 96-93 a 39" dalla sirena finale del supplementare.
La presenza di Bolmaro sul parquet assume contorni addirittura più essenziali a protezione del canestro di Milano: potendosi prendere l'attaccante più pericoloso e tenendo fisicamente sui cambi contro le ali avversarie, averlo il più possibile sulla palla limita la manifestazione delle lacune fisiche e di letture di Dimitrijevic (e parzialmente Mirotic) e regala a Messina un difensore dall'influenza sul perimetro simile a quella che Josh Nebo esercita al ferro. In poche parole, un impatto decisivo.