La partita tra Jannik Sinner e la Wada sul caso doping sembra non essere chiusa. L’agenzia mondiale anti-doping, infatti, ha confermato l’appello sul caso Sinner facendo ricorso contro l'assoluzione del numero uno del tennis. In un comunicato, diramato il 28 settembre, l'organo mondiale ha fatto sapere di aver fatto richiesta il 26 settembre al Cas, la Corte arbitrale dello sport, per rivedere il caso dell'italiano sul caso clostebol. La richiesta comporta una minaccia importante per Sinner che rischia di essere fermato per uno o due anni.
Ecco il breve comunicato integrale della Wada: “L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) conferma che giovedì 26 settembre ha presentato ricorso alla Corte arbitrale dello sport (CAS) nel caso del tennista italiano Jannik Sinner, che da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) è stato ritenuto esente da colpa o negligenza essendo risultato positivo due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. La Wada ritiene che la conclusione di “assenza di colpa o negligenza” non fosse corretta in base alle norme applicabili.
La Wada chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La Wada non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quello già imposto dal tribunale di primo grado. Poiché questa questione è ora pendente dinanzi al CAS, la Wada non rilascerà ulteriori commenti in questo momento“.
SINNER-CLOSTEBOL, LE TAPPE DELLA VICENDA
Il caso di doping che ha coinvolto il tennista altoatesino, assolto dalla Itia (International Tennis Integrity Agency), è cominciato quando si è saputo, dopo i Giochi di Parigi a cui Sinner non aveva preso parte per una tonsillite, che lo stesso Sinner era risultato positivo il 10 marzo, durante il torneo di Indian Wells. Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell'organismo ma non ancora completamente espulsa, erano emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo.
In entrambi i casi Sinner si era appellato con successo contro la sospensione provvisoria che scatta in queste situazioni e ha potuto così continuare a giocare. Il numero 1 del mondo aveva spiegato di essere venuto a contatto con il clostebol per contaminazione. La sostanza è infatti contenuta nel Trofodermin, farmaco da banco in Italia utilizzato per trattare una piccola ferita del suo allora fisioterapista, Giacomo Naldi, che aveva effettuato in quei giorni massaggi e altri trattamenti a Sinner, il quale poi lo ha licenziato dopo che il caso è venuto alla luce.