L'Inter vince a Udine e si lascia alle spalle le scorie del derby perso una settimana prima. La missione del pronto riscatto è stata pienamente centrata, ma dal Bluenergy Stadium Inzaghi torna sia con luci che ombre. La notizia più positiva, quella che tifosi e ambiente aspettavano da un po', è il ritorno al gol di Lautaro Martinez: il Toro ha realizzato una doppietta decisiva e si è finalmente sbloccato dopo un inizio non facile soprattutto a causa della scarsa preparazione post Coppa America. Chi, invece, continua a collezionare prestazioni di grande livello è Dimarco: dalla sua parte arrivano sempre cross e giocate interessanti, ma anche in fase di copertura il terzino ha fatto il suo quando, prima del pareggio, ha strozzato in gola l'urlo di gioia di Lovric con un intervento che è valso quasi un gol (con annesso festeggiamento). Piccoli segnali di crescita anche da parte di Mkhitaryan, fedelissimo di Inzaghi ma ancora lontano dagli standard della Seconda Stella. Frattesi, invece, è ritornato micidiale negli inserimenti e non ha fatto rimpiangere Barella: all'ex Sassuolo sono bastati 40 secondi per tornare letale come nella passata stagione.
A Udine l'Inter, probabilmente favorita anche dal gol a freddo, ha creato tante palle gol che avrebbero dovuto essere sfruttate con maggior cinismo, come sottolineato da Inzaghi a fine match. Soprattutto in un momento come questo, dove la solidità difensiva della passata stagione è solo un lontano ricordo. Ed è qui che le cose non girano per il verso giusto: con i due gol presi da Kabasele e Lucca, sono già sette le reti subite in sole sei giornate di campionato. In totale nell'anno della seconda stella sono stati 22 ed è chiaro che qualcosa non torna. Gli uomini che il tecnico ha alternato sono gli stessi della cavalcata trionfale, segnale che è più una questione di attenzione e di errori individuali. Dei sette gol presi, ben tre sono di testa (Vogliacco, Gabbia e Kabasele) e quattro sono arrivati nei minuti finali: rispetto all'anno scorso Calhanoglu e compagni fanno fatica a gestire la partita e quando abbassa il ritmo le avversarie ne approfittano.
Se una settimana fa era stato Frattesi a perdersi Gabbia all'ultimo minuto, ieri non ha fatto una bella figura Bisseck, che si è fatto sorprendere dall'inserimento di Kabasele. Il difensore tedesco sta crescendo, ma deve eliminare le ingenuità: a Genova il suo tocco di mano nel recupero è costato due punti, oggi ci ha messo una pezza capitan Lautaro. Per puntare a riconfermarsi c'è ancora tanto da lavorare e bisogna tornare a collezionare clean-sheet: solo due in campionato (con Lecce e Atalanta), oltre a quello preziosissimo in Champions sul campo del Manchester City.