L'ANALISI

Milan: il calendario ti aiuta, ma adesso è vietato sbagliare

La sconfitta di Leverkusen complica il cammino dei rossoneri in Europa. Ora, però, il livello delle avversarie si abbassa...

La buona notizia è che il calendario, durissimo nelle prime due giornate con Liverpool e Leverkusen, scende. Non sarà banale, perché in mezzo c'è pur sempre la gara impossibile del Bernabeu contro il Real (le altre avversarie sono Brugge, Slovan, Stella Rossa, Girona e Dinamo Zagabria, ndr), ma certamente, per una squadra che lentamente cresce, il cammino anche in Europa si farà progressivamente più accessibile. Partiamo dai dati di fatto: zero punti nelle prime due uscite sono un fardello non facilmente scaricabile. Il Milan è messo male in classifica e a voler essere onesti, forse già oggi potrebbe essere nelle condizioni di dover dire addio alla qualificazione diretta, riservata a otto top club. L'obiettivo, verosimilmente, è quello di entrare nelle 16 che si giocheranno i playoff (dal nono al 24imo posto) e proveranno ad accedere alla fase calda del torneo. Quindi, sempre calcolatrice alla mano, serviranno tra i nove e i dodici punti. Dove li può recuperare il Diavolo?

Dinamo Zagabria, Stella Rossa, Slovan, Girona in casa e Club Brugge sembrano avversari decisamente alla portata. Il che, facilmente, porterebbe a 15 il conto, considerando o considerata per scontata una sconfitta contro il Real Madrid al Bernabeu. Il punto però è un altro: dopo il successo nel derby, il Milan è cresciuto? La risposta è ni, perché anche a Leverkusen, contro una squadra buona ma non eccezionale, il Milan ha mostrato in maniera evidente due facce. Timido, spaventato, un po' in balia dell'avversario nel primo tempo. Coraggioso, quasi arrembante, decisamente sicuro dei propri mezzi nella ripresa. E allora la domanda è banale: qual è il vero potenziale della squadra di Fonseca?

La risposta, al contrario della domanda, non è banale affatto. Viene però da pensare che il Milan sia esattamente il risultato delle sue individualità, quindi tremendamente talentuoso, ma poco squadra. Molto umorale e poco equilibrato. Questo spiega, ad esempio, un primo tempo molto arrendevole e un secondo coraggioso. Quarantacinque minuti e qualcosa in più giocati nella propria metacampo e il tempo restante spinto all'arrembaggio. Il succo del discorso si potrebbe trovare nella difficoltà a impostare il gioco: quando la squadra si alza e imposta negli ultimi 35 metri ha qualità ed è dominante. Quando si abbassa e deve giocare dal portiere non ha la capacità di uscire, sente la mancanza di un regista, è monca. Imperfetta. 

In questo senso fa moltissimo Morata, perché è l'unico in grado di legare i reparti e occuparsi della regia offensiva. E fa tanto Pulisic, sempre decisivo quando reggono le gambe. A Leverkusen, per dire, la difficoltà a uscire dal basso ha regalato molti metri agli avversari per tutto il primo tempo. Con Morata in campo le cose sono cambiate e questo impone un'altra domanda: se Morata e Abraham, possibilmente insieme, sono imprescindibili, come farà Fonseca a gestire le naturali rotazioni? La risposta dovrà trovarla il tecnico. Al momento il Milan è una squadra a metà, che può essere tremendamente pericolosa in attacco ma che non deve mai concedere metri di campo all'avversario. La Champions è cominciata male ma può essere aggiustata. A patto di trovare la giusta misura e sfruttare le doti senza patire i difetti. Non sarà facile, ma si può fare. Fonseca ha parlato di miglior Milan della sua gestione. Diciamo che si può parlare di un Milan con la scritta lavori in corso appiccicata sulla schiena. Può venir fuori una bella casa o venire giù al primo scossone. E' una questione di equilibrio, in fondo, sempre.