Duecentotrentaquattro giorni di grande basket. Da oggi al 25 maggio tutti comodi in poltrona o al palazzetto per gustarsi il meglio della pallacanestro europea con la certezza che assisteremo a partite combattute, lottate, molte anche spettacolari. Perché “every game matters”, ogni singola gara conta, come recita il claim di Eurolega. Milano e Bologna sono le nostre portabandiera: riusciranno a raggiungere l’obiettivo della post-season?
OLIMPIA MILANO
Le ultime due campagne europee sono state un fallimento. Due dodicesimi posti, con lo stesso numero di vittorie (15) e sconfitte (19) che non hanno rispecchiato investimenti e obiettivi dichiarati a inizio stagione. Gli errori commessi sono ben noti a tutti e da qui è partita la mini-rivoluzione estiva che ha portato a un cambiamento di rotta (e di pelle) del club dei 31 scudetti. E’ cambiata l’asse della squadra: da Napier-Melli a Dimitrijevic (o Bolmaro, o entrambi)-Nebo. Attorno a loro le due prime punte, Shields e Mirotic, chiamati a un ruolo ancor più centrale in termini di leadership dovuto al loro status di top players della squadra.
L’obiettivo numero uno di Ettore Messina sarà trovare il miglior equilibrio di squadra per non disperdere l’enorme potenziale offensivo dei due go-to-guy dell’Olimpia. Che andranno giocoforza gestiti, a livello di minutaggio (soprattutto nella regular season di LBA), per mantenerli in salute e in buona condizione per tutto l’arco della lunghissima stagione. Se la missione avrà esito positivo, l’EA7 avrà la possibilità di centrare l’obiettivo di allungare la sua Eurolega oltre le 34 partite.
Il roster costruito dalla triade Messina-Stavropoulos-Vacirca è intrigante, con tanti giocatori affamati e con voglia di ribalta ad altissimo livello, ma allo stesso tempo imperfetto. Il backcourt, il reparto che determina maggiormente la storia delle partite, sembra mancare di un pezzo. Basterà la coppia Dimitrijevic-Bolmaro (con il solo supporto di Flaccadori e senza più l’apporto di Hall in playmaking) a reggere l’urto contro avversari sempre più attrezzati? E riuscirà Brooks - il nuovo tiratore scelto pronto a raccogliere l'eredità di Baron - ad adattarsi alla pallacanestro europea? Tra i lunghi, poi, è da verificare l’impatto di McCormack, al debutto in Eurolega, che dovrà – magari in collaborazione con Diop – dare il cambio a Nebo, nel suo ruolo uno dei top di tutta la competizione.
Ma al di là di questioni tecniche, sarà fondamentale vedere un altro atteggiamento rispetto a quello degli ultimi due anni. Servirà lo spirito-Olimpia, quello che si tramanda da generazioni e che ha caratterizzato i momenti più vincenti del club. Senza la voglia di giocare insieme, di aiutarsi e di pensare collettivamente e non individualmente, l’Olimpia – così come qualsiasi squadra – non andrà lontano.
VIRTUS BOLOGNA
L’anno scorso, con una squadra ereditata da altri e non costruita secondo le sue idee, Luca Banchi ha presentato due diverse Virtus. La prima entusiasmante, la seconda fragile e stanca. La Segafredo del girone di andata (seconda dietro solo al Real Madrid) ha rappresentato un capolavoro che ha scaldato i cuori di tutti. Una squadra meravigliosa, capace di lottare punto su punto contro avversari decisamente più forti, spesso costretti a cedere sotto i colpi di un collettivo pronto a tutto pur di vincere. Uno spettacolo per gli occhi, un orgoglio per il basket italiano. Il calo verticale della seconda parte di stagione è stato ampiamente sviscerato.
Per evitare che accada nuovamente, nell’impossibilità di falsificare la carta d’identità di Hackett e Belinelli, il club ha innestato forze fresche come Morgan e Tucker con l’idea di regalare nuove soluzioni offensive dal palleggio. L’ex London Lions porta velocità e imprevedibilità da aspirante nuovo Larkin, mentre l’americano che ha brillato a Venezia dovrà far valere fisico ed esplosività che pochi hanno nel suo ruolo. Ma come sempre sarà fondamentale testare tutte queste qualità in Eurolega, che è un altro sport rispetto a tutte le altre competizioni europee.
Uno sport che conosce bene il fiore all’occhiello del mercato di Baraldi e Ronci. L’arrivo di un campione come Clyburn alza il livello tecnico e l’esperienza – fondamentale soprattutto nei momenti chiave della partita – e regala a Shengelia un partner in crime perfetto per scassinare le difese avversarie più impenetrabili. Sempre che l’ex Efes dimostri di avere la giusta fame (e la miglior tenuta fisica) per cancellare le ultime stagioni, contraddistinte da un rendimento un po' troppo ondivago.
Così come quello di Milano, anche il roster di Bologna appare incompleto. I dubbi sul ruolo di 5, attualmente occupato dal fin qui deludente Zizic, dall’infortunato Cacok e da Diouf, sono fondati. E rischiano di condizionare pesantemente la stagione della V. Il tormentone potrebbe finire con l’innesto di un lungo, magari dopo aver verificato le condizioni del rientrante Cacok.
A meno che Banchi non trovi la formula vincente, con Shengelia centro di un quintetto small ball tanto accattivante con la palla in mano, quanto tutto da verificare nell’altra metà del campo. Una soluzione che, siamo pronti a scommettere, il coach sta già studiando.