Sconfitta immeritata? Forse. Abituarsi a perdere, come se fosse normalità? No, grazie. Riassumo così il mio pensiero in poche righe, chiare, limpide. Dopo aver rivisto il match col Torino, posso affermare in maniera solare che per quasi un'oretta i rossoneri in campo hanno fatto bene. Le partite non sono solo ciò che fai palla al piede, ma sono fatte di tanti, tantissimi dettagli che vanno a completare le giocate. L'invito che faccio a chiunque ne abbia piacere è di provare - magari il giorno dopo - a riguardare la partita senza le emozioni e ansie del momento, si scoprono un sacco di situazioni che magari in presa diretta sfuggono anche all'occhio più attento. Dopo averlo fatto già ieri notte, mi son reso conto che per una sessantina di minuti si son visti sprazzi di buon Milan, una squadra che senza palla saliva alta in pressione (prego riguardare la posizione di Bennacer in non possesso), un giro palla non macchinoso, occasioni create (e sprecate), i terzini che riuscivano a stare alti con e senza palla e soprattutto a dare soluzioni in sovrapposizione. Insomma, bene.
E poi arriva il MA, un MA grande come una casa. Perché è il Ma che fa tornare a casa i rossoneri con 0 punti. Mazzarri, quel gran furbone, appena vede i rossoneri abbassarsi capisce che può far male e allargare gli avversari spingendo sulle fasce, dentro Berenguer e Ansaldi e blackout Milan. Il resto lo fanno gli episodi, Gigio, Musacchio (che si gira su Belotti) e l'arbitro Guida (ancora da capire se il monitor Var funzionava o meno..) rivedibili sul primo gol, la squadra intera sul secondo, Kessie (che ha corso per 1000) e Piatek che si divorano gol enormi e via dicendo. Recriminare serve a poco, perché messa giù così sembrerebbe anche una situazione positiva, ma innanzitutto l'attuale situazione sarebbe stata accettabile alla prima o seconda di campionato, non ora, alla quinta. Il timore più grande e l'ho affermato ieri su Radio Rossonera è che questa squadra, questi ragazzi, questo gruppo si stiano abituando alla sconfitta.
Questo sarebbe il più grande dei problemi, perché uscire da certe spirali può diventare davvero complicato. Perché il Milan non può accettare che la sconfitta sia normalità, mai. Siamo ad un bivio, capiremo probabilmente con la viola se le parole di Donnarumma ("dobbiamo seguire il mister perché è la strada giusta") sono concrete e se la squadra è davvero convinta di poter far bene con le idee di calcio di Giampaolo o se bisogna correre ai ripari perché la situazione è compromessa. Soprattutto perché 3 sconfitte in 5 partite devono toccare nell'orgoglio questi ragazzi, farli "soffrire" come "soffrono" i tifosi che continuano a seguire la squadra. E lo stadio nuovo a loro non basta come consolazione. Per nulla.