La Curva Nord, tempio del tifo nerazzurro, ha deciso di riorganizzarsi e cambiare il consiglio direttivo dopo l'inchiesta che ha portato in carcere alcuni esponenti di spicco tra gli ultrà dell'Inter e del Milan. In una riunione al “Baretto”, giovedì sera, sono stati ufficializzati i cambiamenti. Il nuovo direttivo sarà formato da Nino Ciccarelli, storica figura della curva nerazzurra, Gianni Borriello, detto Gianni Fish, e Ivan Luraschi. Un’altra svolta arriverà al secondo anello verde, dove lo striscione unico “Curva Nord” sparirà, per lasciar spazio a uno nuovo che recita: “Dal 1969... uniti fieri mai domi“. Negli ultimi anni erano già stati tolti quelli dei singoli gruppi storici come Boys San e Irriducibili.
Intanto, con un lungo comunicato, la curva ha voluto chiarire alcuni aspetti della vicenda: "È giusto riconoscere come la deriva che ci ha travolto sia stata anche conseguenza della nostra leggerezza nel monitorare la gestione organizzativa ed economia della Nord. La tempesta mediatica e giudiziaria che si è abbattuta sulla Nord, questa volta ha rischiato veramente di cancellare 55 anni di storia ultras nerazzurra. Il cuore della Nord però si sta dimostrando più forte di tutto e ne stiamo uscendo ancora una volta più forti e consapevoli degli errori commessi".
"I proventi della Nord sono sempre stati suddivisi sui vari gruppi della curva che attraverso la distribuzione di gadget e adesivi si autofinanziavano per aiutare i propri frequentatori ad abbattere un minimo i costi di trasferta, contribuire alle spese comuni per la realizzazione di coreografie e partecipare ai costi per gli strumenti del tifo come tamburi megafoni e bandiere", prosegue la Curva.
"Questa struttura organizzativa ed economica di curva ricalcava quanto accade più o meno in tutte le curve ma quale è la differenza e come si è arrivati all'escalation economica che ha risvegliato gli evidenti appetiti speculativi di qualcuno? La nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva e stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti. Questo nuovo sistema gestionale, iniziato dopo il periodo pandemico, ha permesso a poche persone di gestire progressivamente volumi di denaro sempre maggiori grazie anche all'unificazione della curva dietro un unico striscione che identificasse tutto il movimento ultras nerazzurro".
"Questi passaggi di 'accentramento dei poteri' sono sfuggiti anche ai frequentatori più assidui che, in totale buona fede e sebbene non potessero più avere accesso ai conti, beneficiavano dei servizi che venivano comunque garantiti da chi gestiva l'economia di curva come soprattutto la priorità nell'ottenere i biglietti di trasferta e la copertura dei costi per le coreografie. Il fatto che tutto funzionasse al meglio, i risultati positivi della squadra e la qualità organizzativa di chi gestiva la Nord, ha illuso tutti che si fosse raggiunto il perfetto equilibrio di curva senza rendersi conto di ciò a cui si contribuisse.
"Chi gestiva la Nord, col consenso dei frequentatori ignari, ha acquisito totale libertà nella produzione di materiale, reperimento contributi, sponsorizzazioni e facoltà nella scelta della quota di sovrapprezzo per la ridistribuzione dei biglietti. Tutte queste attività speculative non hanno mai sfiorato neppure i frequentatori più vicini al direttivo che intanto, grazie alle innegabili capacità nel valorizzare il 'brand' Curva Nord ha potuto far lievitare esponenzialmente i ricavi. Dei presunti profitti derivati da altre attività poi nessuno era a conoscenza e tutti siamo stupiti da quanto abbiamo appreso come tutti dalle ricostruzioni mediatiche".