L'ANALISI

Errori, confusione e discontinuità: per il Milan l'effetto derby è già svanito

A Firenze secondo ko della settimana e due passi indietro: serata no al Franchi tra rigori sbagliati e amnesie preoccupanti

Milan, Tomori e Abraham tolgono il pallone del rigore a Pulisic

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Due sconfitte in una settimana, prima a Leverkusen in Champions League e poi a Firenze e il derby vinto contro l'Inter sembra lontano un secolo. Al Franchi il Milan - messo in campo con la stessa formazione presentata contro l'Inter - rimedia il secondo stop in campionato che lo fa scivolare al sesto posto a 5 punti sotto il Napoli capolista: siamo soltanto alla settima giornata ma la squadra di Fonseca deve trovare presto una sua identità per non perdere altri punti per strada. Era dalla stagione 2009/10 che i rossoneri non collezionavano meno di 14 punti nelle prime sette uscite di campionato (9 in quel caso) e sempre da quell'anno che non subiva almeno 9 gol nei primi sette turni.

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Troppa discontinuità di gioco e nel rendimento dei singoli e le belle giocate si alternano a errori gravi, come quello in occasione del secondo gol dei viola, che nasce da una rimessa di De Gea e da un clamoroso 'buco' difensivo di Tomori. Troppa confusione, che si traduce nella rabbia di Fonseca a fine partita per la gestione dei rigori. "Sono incazzato. Perché non li ha tirati Pulisic, che è il nostro rigorista?. Non deve succedere mai più", le parole miste di delusione e rabbia del tecnico rossonero a commentare la sconfitta. Troppo nervosismo: vedi Theo Hernandez, che con la fascia di capitano al braccio si fa cacciare per proteste nei confronti dell'arbitro Pairetto con un rosso diretto e ora pagherà con almeno due giornate di stop mettendo in difficoltà la squadra per le prossime partite dopo la pausa per le Nazionali (Milan-Udinese sabato 19, Bologna-Milan il 26 e Milan-Napoli il 29 ottobre). Un compleanno davvero da dimenticare per il francese, che non si fa regali ma li consegna agli avversari sotto forma di rigore provocato (vedi Dodò) e rigore sbagliato (tre errori dal dischetto su sei penalty calciati in Serie A). 

Amnesie preoccupanti in difesa ma anche a corto di brillantezza in attacco: Morata incide poco, Abraham sbaglia (vedi rigore), Leao è il più pericoloso ma non basta. La nota positiva in avanti è Pulisic ancora a segno: per la prima volta in carriera è andato a segno in quattro match consecutivi nei maggiori cinque tornei europei. Il Milan deve ritrovarsi in fretta, Fonseca deve dare alla squadra un'anima ben definita, quella che finora è mancata.

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