In principio furono i Papalia, originari di Platì e radicatisi da tempo nel Nord Italia e noti come una delle più pericolose e potenti 'ndrine calabresi. In principio, nel caso specifico, significa nel tifo organizzato milanese dove, secondo quanto scritto nelle carte depositate emerge con evidenza la crescente importanza della 'ndrangheta non solo nella Curva Nord interista, ma anche nella Sud milanista. Anzi, stando alle indagini, prima nella Sud che nella Nord, ora maggiormente al centro dell'attenzione dopo l'omicidio, commesso da Andrea Beretta, di Antonio Bellocco, nipote di Umberto, capobastone della cosca di Rosarno.
Stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, che cita sempre i pm che indagano sul caso, "sarebbe stato proprio il peso dei clan calabresi in Curva Sud ad assicurare una convivenza pacifica - ed economicamente fruttuosa - tra le due tifoserie". Tanto che Luca Lucci, capo indiscusso della Sud, parlava dei clan come della sua "famiglia" in una intercettazione. E che Marco Ferdico, forse proprio per questo, lo prendeva a esempio indicando la curva milanista come un modello da seguire.
Il "modello Milan" di cui parla Ferdico con i suoi fedelissimi era riferito all'unificazione della Curva sotto un'unica sigla, unificazione che rendeva evidentemente più semplici gli affari e più definite le gerarchie. E unificazione che la Nord inseguiva e che ha poi portato alla guerra intestina culminata nell'omicidio Bellocco e fors'anche, in precedenza, in quello di Vittorio Boiocchi.
In tutto questo proprio Luca Lucci avrebbe ottenuto un "ruolo di primo piano" anche nelle decisioni che riguardavano la Curva interista, ruolo che lo aveva portato a porre il veto sulla presenza, nella Nord, di Francesco Intagliata, anche lui tra gli arrestati, che culminò con un "incontro chiarificatore". Resta piuttosto evidente, in ogni caso, che il legame tra le due curve fosse proprio il frutto delle infiltrazioni 'ndranghetiste e che la questione non riguardasse solamente la Nord.