Instancabile e decisivo: Reggio Emilia non può fare a meno di Jamar Smith
La 37enne guardia americana ha trascinato la Unahotels nella vittoria all'overtime di Cremona: 21 punti e la solita capacità di incidere nei momenti più caldi
I numeri spesso dicono molto, ma non sempre tutto. Quelli di Jamar Smith - 37 anni compiuti ad aprile - al PalaRadi sono notevoli, ma diventano ancor più pesanti se contestualizzati. L'americano, nei momenti più caldi della partita, è stato a dir poco determinante.
Basta prendere ad esempio i primi minuti dell'overtime, quando la guardia di Peoria ha ribadito alla squadra di Demis Cavina le intenzioni di Reggio Emilia, raffreddando le speranze della Vanoli.
Quando vive giornate simili è difficilmente arginabile dalle difese avversarie: nei momenti di flusso dà la sensazione di poter realizzare qualsiasi canestro.
21 punti con la stessa percentuale dal pitturato e da oltre l'arco: 66.7%, figlia di 6/9 al tiro da due e di 2/3 da lontano. Infallibile dalla lunetta (3/3), Smith ha subito 3 falli e totalizzato 18 di valutazione grazie anche a un assist, una stoppata e un rimbalzo.
L'ex Kazan, per valutazione, aveva fatto anche meglio alla prima contro Trento: 19, con ben 9 assist distribuiti ai compagni.
Al servizio della squadra o in modalità cecchino (come a Cremona) Smith è uno dei giocatori di maggior carisma ed esperienza a disposizione di coach Priftis, che ha imparato a conoscere e utilizzare al meglio le sue qualità.
"È stata una partita di grandi parziali, sapevamo che sono un ottimo team, ben allenato. Fortunatamente abbiamo segnato di più nei momenti decisivi", ha detto il giocatore con la canotta numero 15 a fine gara.
Che, tra i due impegni in campionato, ha tirato fuori una grande prestazione anche in Champions League, contro il Vilniaus Rytas (14 punti, 3 rimbalzi e 2 assist).
C'è poi un ulteriore dato a rimarcare ulteriormente la sua importanza per Reggio: i 32 minuti in cui è rimasto sul parquet sono il suo nuovo high in Serie A e sono l'ennesima prova del ruolo che Priftis gli riconosce. Per sognare, oltre al luccicante talento giovane giovane ed esuberante di Momo Faye, all'apporto di Winston e Barford e alla conoscenza dell'ambiente e del campionato di Uglietti, Grant e Chillo, Reggio non può fare a meno della sua leadership e della sua capacità di incidere nei momenti più bollenti della partita.