"Io volevo semplicemente saltare, quando avevo 17 anni. Non volevo fare lo sprinter. Quando sei lì cerchi sempre di correre più forte. Ma quando salti è una cosa completamente diversa, devo dire molto più difficile. Se devo dire da uno a dieci salto in lungo dieci, i 200 quattro e i 100, forse, 4,5". Lo ha detto Carl Lewis al Festival dello sport di Trento parlando della sua passione per il salto il lungo, nata fin da piccolo. "Il mio primo tour europeo è stato in Italia nel 1980, ho una relazione speciale con l'Italia, ho conosciuto tanti campioni", ha aggiunto. Considerato uno dei più grandi atleti di tutti i tempi, ha vinto nove ori e un argento in quattro edizioni consecutive delle Olimpiadi dal 1984 al 1996. "Sono già passati 40 anni da Los Angeles e 30 dalle mie ultime Olimpiadi - le sue parole - . Riesco comunque ancora a festeggiare quei momenti, e la cosa che mi piace di più è che le persone ne parlano ancora. Sono molto felice quando mi rivedo, torno a quel momento speciale della mia vita e penso alle persone che lo hanno condiviso con me". "La cosa più importante di essere un numero uno al mondo è la persona. L'orgoglio di continuare e vincere le sfide. Tutte le persone che mi dicevano che dovevo continuare ad essere il numero uno mi hanno aiutato a migliorare", ha aggiunto Lewis. "Sono molto orgoglioso. Molte persone devono succedere per vincere quelle quattro medaglie. Ci vuole la salute, un allenatore meraviglioso - ha sottolineato -. Ci sono così tante situazioni, la famiglia, gli amici, che si devono allineare affinché tu possa vincere quella medaglia. C'è stata una macchina dietro, e io condivido tutto questo con loro. Grazie".