DA AUSTIN A YAS MARINA

Aspettando il proiettile d'argento: Cinque all'alba, anzi al tramonto!

Massimo equilibrio fino alla fine o episodio decisivo? Tutti gli scenari della volata -titolo

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È un "comodo" finale da prima serata (almeno per gli appassionati europei) quello che attende il Mondiale di Formula Uno tra il teatro d'operazioni di Austin (dove la sfida tra Max Verstappen e Lando Norris riparte il prossimo weekend) e quello di Abu Dhabi che verosimilmente chiuderà i giochi iridati il primo fine settimana di dicembre, ormai in clima natalizio. Difficile che gli strateghi dello show ad ogni costo (ancora più abili di quelli delle squadre) si lascino sfuggire l'occasione di mettere su una resa dei conti finale ad altissima intensità, capace di rendere memorabile anche un posto e un circuito che continuano ad avere poco a che fare con la storia della Formula Uno. Diversamente da quella della MotoGP (che dalle nostre parti va in scena in orario antelucano, "sipario" di Valencia a parte), la volata-titolo delle quattro ruote parte e si sviluppa nelle Americhe (Austin, Mexico City, San Paolo e Las Vegas), per poi chiudersi sotto le potentissime luci artificiali di Losail e Yas Marina, in grado di illuminare a giorno i rispetti tracciati e... poco altro: anche dal punto di vista... del contesto storico del Mondiale, come detto sopra. Ma questa è tutta un'altra storia: meglio rimanere al presente e all'attualità di una sfida per il titolo all'insegna della massima incertezza, ben al di là degli attuali 52 punti di vantaggio del (tre volte di fila) campione in carica sullo sfidante.

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Cosa può rompere le uova nel paniere del marketing iridato a tutti i costi della Formula 1? Beh, molto banalmente il "silver bullet" che nella letteratura horror rappresenta la soluzione definitiva di un problema (il proiettile d'argento è l'unico di uccidere il licantropo) e che nel nostro caso rappresenta il singolo episodio in grado di spezzare - in modo progressivamente decisivo avvicinandosi alla fine della stagione - quell'equilibrio che può portare alla rappresentazione finale i due candidati al titolo con chances di riuscita molto simili tra di loro. Magari Verstappen leader ma con la sagoma della McLaren del rivale a riempire completamente gli specchietti retrovisori della Red Bull del campione olandese: un problema tecnico, un contatto con un backmarker, oppure ancora "Latifi-bis"! Un colpo di scena magari "esterno" alla sfida diretta (ricordate Abu Dhabi 2021?) ma in grado di influenzarla direttamente.

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L'esito finale può inoltre dipendere dal ruolo giocato nelle cinque sfide finali dalla performance di Oscar Piastri, di Charlse Leclerc e della Ferrari. Entrambi sono ancora in corsa ma per rientrare nel vivo della battaglia avrebbero bisogno di un paio dei proiettili d'argento di cui sopra, a danno ovviamente di Max e Lando. Il ferrarista si presenta ad Austin con 86 punti di ritardo dalla vetta, che salgono a 94 per l'australiano della McLaren. La Scuderia di Maranello ha in buona sostanza messo in banca la conferma del terzo posto dello scorso anno nel Mondiale Costruttori e schiera due piloti entrambi altamente motivati: il monegasco ad... accogliere come si deve Lewis Hamilton, lo spagnolo a salire ancora una volta sul podio altro, prospettiva destinata ad azzerarsi il prossimo anno con la Wiliams.

Tra le "variabili impazzite" della volata-titolo non bisogna nemmeno dimenticare la Mercedes che, perso un po' il treno dopo i fuochi d'artificio estivi, può comunque prendersi ben più di una particina nella sceneggiatura finale e due piloti dalle motivazioni curiosamente simili a quelle dei due attuali ferraristi: sir Lewis deciso a lasciare un ricordo vincente nella squadra alla quale ha regalato sei dei suoi sette titoli (e viceversa) e George Russell bramoso di mettere subito le cose in chiaro con... Andrea Kimi Antonelli. In bocca al lupo a tutti! 

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