L'INTERVISTA

Luna Rossa, Ruggero Tita guarda avanti dopo l'esclusione: "L'America's Cup resta il mio obiettivo, ma con Spithill lavoriamo sulla SailGP"

Il velista trentino ha raccontato l'esperienza nella più antica competizione sportiva fissando già gli obiettivi per il futuro

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La delusione per aver visto Luna Rossa uscire sconfitta dalla sfida con INEOS Britannia è forse meno forte dell'impossibilità di scendere in acqua e fare qualcosa. Ma Ruggero Tita lo sa, questo è lo sport e bisogna abituarsi, anche se sei due volte campione olimpico e la voglia di metterti in gioco è tanta. Il timoniere trentino ha trascorso la campagna di America's Cup in panchina, ma ora è pronto a ripartire verso la 38a edizione, consapevole che, dopo l'addio di James Spithill e il cambio di ruolo per Checco Bruni, il posto alla guida di Luna Rossa potrà esser il suo.  

"Già nel 2021 ero stato inserito nel team di Luna Rossa per la trentaseiesima edizione della Coppa America; con la squadra seguii lo sviluppo della barca fino alla partenza per Auckland, poi non potei partecipare perché quell’anno si sovrapposero le Olimpiadi a Tokyo. Il mio ruolo è di timoniere, e a Barcellona ero pronto a salire in barca qualora ce ne fosse stato bisogno - ha raccontato Tita in un'intervista a Il TQuotidiano.it -.  Questo non è accaduto, e devo dire che è stata un’esperienza abbastanza dura, nel senso che vieni da due medaglie d’oro olimpiche nel tuo sport e ti ritrovi a star seduto in panchina. Non è stato per niente facile. Ora dobbiamo metterci lì a capire cosa non ha funzionato, e lavorare per cercare di andare a vincere la prossima".

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Manco il tempo di leccarsi le ferite, ma soprattutto di godere del secondo trionfo a cinque cerchi sui Nacra 17 insieme a Caterina Banti, che Ruggero è già proiettato verso la prossima America's Cup confermando la volontà di Luna Rossa di riprovarci ancora una volta, consapevole che la barca e l'equipaggio ci sono, ma qualcosa è andato storto. "La botta è stata dura, e il team è un po’ acciaccato. Ora bisogna cercare di mettere insieme i pezzi, capire cosa è andato e cosa non è andato senza puntare il dito su qualcuno, e cercare di migliorare con spirito costruttivo per ripartire il prima possibile per una nuova avventura - ha spiegato il velista trentino -. Abbiamo ottime prospettive, risorse umane fantastiche, un design team che ci ha messo a disposizione una barca che poteva vincere la Coppa America. Ora dobbiamo metterci a lavorare per cercare di tirarne fuori un’altra che in termini di prestazioni sia all’altezza di quella che avevamo a Barcellona. In Coppa America ci vuole anche un po’ di fortuna perché, almeno fino agli ultimi mesi, non sai mai cosa abbiano in mano gli avversari".

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In attesa di ripartire con il nuovo progetto c'è da scoprire chi sarà il vincitore della 37a America's Cup e deciderà così luogo e regole della nuova edizione. Tutto fa propendere verso Emirates Team New Zealand dopo il 4-0 inflitto a INEOS nelle prime tre giornate di regata, tuttavia nulla può esser dato per scontato secondo Tita: "New Zealand ha qualcosina in più, è una barca più simile alla nostra, barche studiate per venti più leggeri. Britannia è più performante in condizioni di vento forte. Quindi diciamo che molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche. Io, comunque, punto sui neozelandesi".

Ora per Ruggero c'è però un nuovo obiettivo da portare avanti insieme a Spithill che si chiama SailGp e che presto potrebbe vedere la nascita di un team italiano in quella che viene considerata a tutti gli effetti la "Formula 1" della vela. ". Per quanto concerne Jimmy, diciamo che abbiamo due caratteri molto simili, siamo entrambi molto freddi e mi ritrovo in lui; anche lui è fonte di grande ispirazione; il lavoro non si ferma, e proseguiremo insieme nel progetto SailGP". 

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