La conferma, non che ce ne fosse bisogno arriva anche da Marc Brys, ct del Camerun. Di questo Frank Anguissa non si può fare a meno. Il centrocampista del Napoli, utilizzato per 180 minuti nel doppio impegno con il Kenya di questi giorni, ieri successo 1-0 per i leoni camerunensi, dopo il 4-1 di venerdì, partite valide per le qualificazioni alla Coppa d'Africa. Anguissa insostituibile anche per Antonio Conte, se i numeri dicono: 7 partite su 7 disputate in campionato dall'inizio alla fine, 630 minuti in campo su 630, come solo Rrahmani e Di Lorenzo.
Oltre 6 palloni recuperati a partita, oltre 11 chilometri percorsi a gara, per l'uomo dell'altopiano, quanto basta per confermare che il Napoli ha ritrovato il suo vecchio martaoneta, la sua vecchia diga. Se Lobotka è la mente, Anguissa è il braccio, anzi il polmone rinnovato di questa squadra, di nuovo punto fermo del centrocampo azzurro. Di nuovo sui livelli dell'anno dello scudetto, così lontano dalla sbiadita copia della passata stagione in cui falliva occasioni così, in cui come tutti i suoi compagni offriva prestazioni sottotono.
La rincorsa di Anguissa per ritrovarsi comincia il 26 giugno, giorno della presentazione di Antonio Conte: il nuovo allenatore annuncia "Anguissa è intoccabile". Dalle parole ai fatti, quelli del ritiro in Trentino: corse infinite, ripetute sfiancanti, allenamenti duri che finiscono, una vera liberazione, sempre così, squadra sfinita a terra, Anguissa compreso. E riecco il vecchio nuovo Anguissa, riossigenato da Conte. Il centrocampista ha il contratto in scadenza a giugno dell'anno prossimo, quando sarà vcino ai 30 anni, ma con opzione di rinnovo unilaterale da parte del club per altre due stagioni. Il Napoli ha ritrovato il suo leone del Camerun.