Nelle ore in cui non si parla altro che della inchiesta che coinvolge Mbappé, accusato di un presunto stupro in Svezia, ecco scoppiare la polemica anche a Padova. Al centro la decisione del club militante in Serie C di continuare a far giocare la punta Michael Liguori, condannata a 3 anni e 4 mesi in primo grado per violenza sessuale. I fatti risalgono al 2018, con il classe 1999 che ha già annunciato ricorso. Sulla vicenda, la cui risoluzione in tribunale è ancora lontana, è intervenuto il sindaco di Padova: "Bisogna sempre in ogni caso stare dalla parte delle donne che denunciano - le parole al Corriere della Sera di Sergio Giordani -. Queste giovanissime donne hanno tutta la mia vicinanza. C'è un processo in corso, ma come dico spesso sono sindaco e nonno: capisco a pieno le parole della nostra assessora".
Assessora che avrebbe preferito una decisione diversa da parte del Padova, attualmente al primo posto nel Girone A: "Io sono garantista, ma non parliamo di un ragazzo che ha preso una multa da 50 euro - la dichiarazione di Cristina Piva. Parliamo di abusi sessuali su una minorenne. Di lei non ci si preoccupa? Sono basita davanti al silenzio dei dirigenti. La Cassazione potrebbe pronunciarsi anche tra 10 anni. Questa è una vergogna per la città".
Da una parte quindi chi preferirebbe che Liguori venisse 'sospeso' preventivamente in attesa della sentenza definitiva, dall'altro chi, come il Padova, ha scelto di continuare a schierare l'ex Pescara basandosi su un precedente. Ossia su quanto accaduto all'ex Genoa Manolo Portanova. Condannato a sei anni nel 2022 per stupro, il centrocampista sta ancora giocando con la Reggiana dopo che la Corte d'Appello della Figc ha sospeso ogni giudizio "sino al giudicato in sede penale".