Milan, chi sei davvero? Le prossime sette partite forniranno la risposta. In casa rossonera inizierà domani il mese-verità (7 partite nel giro di 22 giorni) dopo settimane tra alti e bassi. Un qualcosa di scontato dopo i tanti cambiamenti estivi, ma l'opposto di ciò che serve per vincere, ossia regolarità. O meglio continuità, quello che è mancata a Firenze, addirittura all'interno degli stessi 90 minuti. Si dovrà partire bene già sabato nel match-trappola con l'Udinese: Fonseca non può permettersi passi falsi, lo stesso i calciatori. Leao e compagni infatti, sono gli osservati speciali dopo le sceneggiate del Franchi prima della sosta. Da loro la società si aspetta di più, conscia che le qualità ci sono. Necessario alzare il livello per iniziare la rincorsa, con la vetta che dista cinque punti. E martedì c'è anche il Brugge in Champions League.
Basta personalismi, serve agire di squadra: Fonseca lo ripete da tempo, è ora di passare ai fatti. Il portoghese, sostenuto dal club, ha chiesto unione e compattezza alla squadra oltre a una maggiore concentrazione. Certo, i leader sono chiamati a salire davvero in cattedra. Fino s ora, fermandosi all'attacco, solo Pulisic ha reso come doveva con sei gol e due assist. Poi Abraham, Morata, Leao e Okafor, tutti assieme, hanno raggiunto appena quota 4 gol nel totale.
Troppo poco specialmente davanti a una difesa ballerina che dovrà fare a meno di Theo Hernandez per i prossimi due impegni in Serie A (Terracciano è in pole per sostituirlo). Non di Chukwueze e Loftus-Cheek, entrambi destinati alla convocazione per il match contro i friulani. I tifosi si aspettando ordine in campo e fuori: basta anarchia, con il Milan sempre al primo posto. Il ciclo di ferro che metterà davanti, in rapida successione, Udinese, Brugge, Bologna, Napoli, Monza, Real Madrid e Cagliari svelerà la vera identità della truppa di Fonseca.