Un'altra ottima partenza, dopo quella dello scorso campionato. Trento è partita benissimo e il motto è sempre lo stesso: stupire e divertire. Paolo Galbiati si riconosce in questi concetti e ha presentato il match sul parquet della Nutribullet.
"Treviso è una squadra molto difficile da affrontare, hanno un grande vantaggio che è il fattore campo perché il PalaVerde è un campo bellissimo e caldissimo, dove i tifosi sono molto dentro la partita. È una squadra molto versatile, con tantissimo talento nel pacchetto esterni, comprendendo anche Olisevicius oltre a D’Angelo Harrison, Bowman, Mascolo e Macura, un giocatore fantastico. Ha lunghi molto versatili, tanti giocatori che possono giocare in più ruoli e che sanno aprire il campo, oltre a Paulicap che gli dà tantissima fisicità.
Noi dovremo essere bravi a interpretare la partita, accettare le loro sfuriate, che arriveranno. Rispondere sempre ai loro colpi e poi piano piano portarli dove vogliamo".
Idee chiare e conoscenza dell'avversario, oltre alla consapevolezza della propria dimensione e del progetto che l'Aquila sta costruendo. In estate ci sono stati tanti cambiamenti, con i nuovi (da Cale a Lamb) subito protagonisti.
"Noi dobbiamo cambiare, fa parte del nostro DNA, di quello che l'Aquila Basket vuole fare, perché dobbiamo prendere giocatori in rampa di lancio e lanciarli a un livello più alto per fargli guadagnare di più, è uno degli obiettivi personali per i giocatori. Poi vogliamo sorprendere. Abbiamo firmato giocatori interessanti e con grandi prospettive, dobbiamo svilupparli. Abbiamo fatto una buona preseason nonostante i problemi fisici che ci hanno colpito. Non siamo mai stati tutti dall’inizio dell’anno, non è stato semplice, ma i ragazzi sono un bel gruppo: stanno bene insieme, hanno voglia di lavorare e abbiamo fatto una buona partenza. Siamo stati anche fortunati nello sfruttare i problemi fisici che ha avuto Venezia, però si va comunque in campo 5 contro 5. Dobbiamo continuare a lavorare, a stare insieme e a crescere, di squadra e individualmente".
