L'EX INTER

Dzeko, frecciata a Lukaku: "Io titolare nella finale di Champions? Se riesci entri e fai la differenza. E invece..."

Il bosniaco: "Il mio addio ai nerazzurri fu molto strano"

© Getty Images

Qualità, senso del gol e bello da vedere in campo. Edin Dzeko ha lasciato il segno in tutti i club in cui ha giocato. Adesso al Fenerbahce con Mourinho, il bosniaco ha vestito le maglie di Wolfsburg, Manchester City, Roma e poi Inter. Con i nerazzurri è andato vicino anche al grande sogno, ossia vincere la Champions League. E il rimpianto per la finale persa contro i Citizens di Guardiola è ancora tanta: "Ogni tanto su Instagram mi appare l’azione del gol del City, io scrollo subito, non riesco a guardare. Vedendo quella partita, intendo dire vivendola da dentro, ho avuto forte la sensazione che avremmo potuto farcela. Ed è questo che mi lascia un senso di amarezza".

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Impossibile non tornare anche sulla scelta di Inzaghi di schierarlo dal 1' al posto di Lukaku: secondo i più tale scelta avrebbe indotto Big Rom a dire no al ritorno in nerazzurro dopo l'anno trascorso in prestito. "Secondo voi un allenatore mette in campo un giocatore che è meno forte di quello che va in panchina? - le parole di Dzeko alla Gazzetta -.  Certo, alla fine Lukaku sarà stato dispiaciuto di non partire titolare, è normale. Però poi entri e fai la differenza, se riesci: anche lui ha avuto 30 minuti a disposizione, è entrato sullo 0-0 e poi...".

A proposito di Lukaku: l'Inter disse no al rinnovo di Dzeko proprio perché convinta di poter puntare ancora sul belga prima del colpo di scena. Questa la versione di Edin: "A me è sembrata una decisione strana, perché un giocatore che è stato titolare in tutte le partite importanti, compresa la finale di Champions, potevi tenerlo a zero e avere quattro punte in rosa. Mi sembrò molto strano, ecco. Poi col tempo l’ho capito e l’ho rispettato, anche perché all’Inter mi hanno trattato benissimo".

Compreso Simone Inzaghi verso il quale Dzeko ha parole al miele: "Ogni anno vince qualcosa... Sa cosa? Riesce a coinvolgere tutti nel progetto, anche chi non è titolare. Non è semplice, specie in spogliatoi con grandi campioni. Tutti o quasi gli vogliono bene".

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