il premio

Antognoni nel nome di Mazzinghi: "Mai tradito Firenze e ho fatto bene"

A Pontedera la consegna del premio dedicato alla leggenda del pugilato italiano

© ufficio stampa

"Oltre all'atleta, Sandro Mazzinghi era una grande persona. L'ho conosciuto già quando giocavo, veniva a vedere la Fiorentina. Quando David mi ha chiamato per il premio mi ha fatto molto piacere". Giancarlo Antognoni ringrazia: un onore ricevere il riconoscimento intitolato al campione del mondo dei pesi medi junior e campione d'Europa della stessa categoria dalle mani dei suoi due figli e nella città di Pontedera che ha dato i natali al grande pugile scomparso nel 2020.

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Da un campione del mondo a un altro nell'albo d'oro del Premio nazionale Alessandro Mazzinghi, giunto alla terza edizione: dal vincitore del 2023 Marcello Lippi, ct della Nazionale che ha trionfato nel 2006 in Germania, ad Antognoni, leggenda del calcio azzurro nella rosa di Enzo Bearzot nel 1982 in Spagna e simbolo della Fiorentina. “Dopo Cipollini e Lippi, quest’anno è la volta di Antognoni, un altro fuoriclasse del calcio che era apprezzato e ammirato da nostro padre. Un campione dentro e fuori dal campo, capace di scelte esemplari di coerenza, lontane dal calcio mercenario di oggi. Nostro padre sarebbe molto felice di questa scelta", ha dichiarato David Mazzinghi nel corso della cerimonia andata in scena sabato sera a Pontedera al Teatro Era in una Sala Cieslak gremita di gente. "Il suo profilo di campione è stato costruito nel rispetto e nella correttezza. Un 10, un genio, un creativo nell’Olimpo dei grandi, con un eleganza assoluta che in Europa non aveva eguali", si legge nelle motivazioni della scelta di premiare il calciatore che "giocava guardando le stelle".

"Oggi il calcio è cambiato, come la vita di tutti noi - ha detto Antognoni, oggi capo delegazione dell'Under 21, al momento di ricevere il premio Mazzinghi - Oggi è difficile che un giocatore rimanga tanto in una squadra. Io a distanza di quasi 40 anni posso dire di aver fatto la scelta giusta perché è come se giocassi ancora. Vado in giro per Firenze e tutti mi conoscono, tutti mi salutano e i tifosi sanno che non li ho mai traditi. Talenti? Ci sono ma oggi il ruolo del 10 è sacrificato".

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