Tutto in una notte: Roma e Inter si giocano molto in una sfida da brividi
Inzaghi e Juric, con obiettivi diversi, sono costretti a non commettere passi falsi all'Olimpico
Ivan Juric ha un destino davvero complicato da quando è arrivato alla Roma. Se dopo l'addio a Mourinho la scelta di De Rossi era bastata a calmare una piazza segnata dall'esonero del suo guru grazie all'arrivo della bandiera giallorossa, l'allenatore croato, al primo passo falso, si ritrova sempre nel centro del mirino per una colpa non sua: quella di aver sostituito uno degli idoli della tifoseria. Ovvio che, ogni volta, si parli del ritorno del figliol prodigo in una società ormai priva del suo nemico numero uno: la ex CEO greca Lina Souloukou.
Ecco perché Roma-Inter assume un valore ancora maggiore di quello legato alla classifica. Almeno da parte giallorossa. Da quella nerazzurra la necessità fondamentale è quella di restare nelle zone alte. Per questo Inzaghi rinuncia a qualsiasi tentazione di turnover, anche perché in Champions c'è lo Young Boys e non il City. La formazione, in pratica, è quella tipo con Sommer, Pavard, Acerbi e Bastoni in difesa, Darmian e Dimarco sulle fasce, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo, con la coppia-Lautaro-Thuram davanti.
La Roma, dopo aver provato in settimana la difesa a quattro, potrebbe restare nel suo abito classico, un 3-4-2-1 con Celik e Zalewski chiamati a un super lavoro per cercare di chiudere gli spazi esterni, aiutati da Mancini e Angelino, che dovranno soprattutto dedicarsi alla marcatura della coppia d'attacco nerazzurra, insieme a Ndicka. Centrocampo muscolare, con Cristante e Koné, aiutati in fase difensiva dai rientri di Pellegrini per non andare in inferiorità numerica in un reparto fondamentale. L'altro trequartista, alle spalle di Dovbik, è Dybala che Juric si augura possa essere nella sua versione migliore. Senza la vera "Joya", anche con Baldanzi e Soulé come alternative, è difficile immaginare una Roma davvero dominante.