Elia Viviani è eterno e, nonostante i 35 anni da portare sulle spalle, ha conquistato l'argento nell'eliminazione ai Mondiali di ciclismo su pista. Il veronese ha affrontato in maniera impeccabile la competizione iridata dovendosi arrendere soltanto al danese Tobias Aagaard Hansen. Bronzo invece per il canadese Dylan Bibic che ha sfruttato nel finale la squalifica dell'olandese Jan Willem van Schip.
La prova, caratterizzata dalla doppia caduta dello spagnolo Mario Anguela e da quella dell'atleta di Trinidad & Tobago Akil Campbell, ha visto Viviani rimanere sempre davanti sfruttando piuttosto il lavoro del danese Tobias Aagaard Hansen e dell'olandese Jan Willem van Schip e conservando le energie per il finale.
Complice qualche rischio preso negli ultimi giri, il 35enne di Isola della Scala ha quindi preferito prendere il comando delle operazioni dettando un ritmo che è costato caro agli avversari soprattutto quando ci si è arrivati a giocarsi un posto fra le medaglie con l'azzurro che si è difeso dagli attacchi del canadese Dylan Bibic, rimasto in gara grazie alla squalifica di van Schip.
Viviani non è poi riuscito a rimaner dietro a Hansen che all'ultimo giro ha alzato nuovamente il ritmo costringendo il veneto ad accontentarsi dell'argento davanti a Bibic.
"AVEVO GAMBE PER IL SECONDO POSTO"
"Ho corso bene, un po' nella testa avevo il declassamento dell'Olimpiade e quindi avevo un po' di paura che mi ha portato a correre sempre in testa. Ma la verità è che avevo le gambe per fare il secondo (posto ndr), perché il danese è partito in testa e non sono riuscito a rimontarlo. Poi quando vedi che non riesci, molli perché comunque lui ha avuto uno sprint superiore. Sono stato poco brillante nell'ultimo sprint perché la testa era brillante per pensare ma le gambe non per rispondere", ha commentato Viviani. Ma il bilancio è comunque positivo, sottolinea, visto che "nell'eliminazione negli ultimi quattro mondiali per me ci sono state due maglie (iridate ndr), un bronzo e un argento".