FORMULA 1

Prova a prendermi: l'uno-due della Rossa illumina le "zone grigie"

La doppietta ferrarista in Texas vista nel contesto di un rush finale via via più teso ma soprttutto caotico

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La seconda doppietta Ferrari in stagione rilancia in extremis le chances rosse nel Mondiale Costruttori e un bis immediato a Mexico City potrebbe "addirittura" candidare Charles Leclerc ad un clamoroso aggancio nei confronti di Lando Norris (attualmente 275 a 297) nella classifica generale. Un conto però è sognare ad occhi aperti, un altro la modalità-miraggio. Ma sarà poi davvero così? Intanto, al di là della convincente doppietta texana (a posizioni invertite tra Leclerc e Sainz rispetto a quella di quasi sette mesi fa a Melbourne), c'è da prendere atto di come la Ferrari abbia piazzato due dei suoi quattro colpi vincenti di questa stagione dopo la pausa estiva (Monza prima di Austin) e proprio in una fase del Mondiale "accesa" da due casi scottanti ma soprattutto irrisolti (l'ala flessibile McLaren a Baku, il T-TRay Red Bull in Texas), a proposito dei quali la FIA ha una volta ancora deciso di non decidere: suggerendo invece che imponendosi, di fatto avallando due violazioni del Regolamento Tecnico. 

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Liberi tutti, viene da dire! Un'azione più tempestiva (e netta) della Federazione avrebbe potuto cambiare il destino delle sfide iridate? È una delle tante falle evidenti di un sistema e di un potere sportivo che è tale solo di facciata, perché punisce impietosamente un "vaffa" pronunciato (dal campione del mondo in carica, un "role model")con superficialità sì ma niente più di questo e poi in buona sostanza grazia violazioni da parte degli uni che costano investimenti milionari agli altri.

La differenza sta tutta qui: una questione di soldi, da qualsiasi prospettiva la si osservi. La doppietta Ferrari di Austin è tutta farina del sacco rosso, ovviamente, ma sa tanto di "monito" a Red Bull e McLaren. Non servirà, perché in Formula 1 si corre e si gioca sempre al limite della "zona grigia" (lo ha ammesso anche Frederic Vasseur venerdì scorso ad Austin). Non farlo significa resta indietro, perdere chances e denaro. Non sono manager e ingegneri a doversi contenere", sono FIA e Formula 1 a dover agire di conseguenza: attivamente e casomai retroattivamente. D'altra parte la Formula 1 è tutta un "prova a prendermi", da sempre: tra i piloti in pista, tra i "geni" della progettazione e quelli (molto meno, e dal compito ingrato) del regolamento.

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