BASKET

Rowan, il presidente-coach fa arrabbiare il sindacato degli allenatori: "Chiedo scusa"

Il numero uno di Pistoia, domenica in panchina con Venezia al posto dell'influenzato Dante Calabria, è stato richiamato dall'assoallenatori: "Non era mia intenzione infrangere alcuna norma"

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Domenica, PalaCarrara di Pistoia. Si gioca una delicata sfida di campionato tra i padroni di casa dell'Estra e la Reyer Venezia. In panchina non c'è Dante Calabria, coach della squadra toscana: il club ha fatto sapere che l'assenza è dovuta a una sindrome influenzale. Al suo posto, come da regolamento, c'è l'assistente Giuseppe Valerio

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Ma dalle tribune e in tv si nota che di fatto ad allenare la squadra è Ron Rowan, il presidente di Pistoia. È lui che dà indicazioni alla squadra durante le fasi di gioco, è lui a decidere i cambi e a gestire i timeout. Una situazione stigmatizzata dall'USAP (Unione Sindacale Allenatori Pallacanestro) che ha espresso il proprio disappunto attraverso un comunicato: 

USAP intende fermamente censurare la situazione in essere nel Pistoia Basket, in cui il Presidente, sprovvisto di titolo tecnico, diriga la squadra in allenamento e, di fatto, in partita. Per tali motivi USAP, nel rinnovare ferma censura, si riserva adire anche i competenti Organi di Giustizia affinché possa essere valutato se nei plateali e non disconosciuti comportamenti qui denunciati, “sussista altresì rilievo a disciplinare nei confronti di chi, a vario titolo, pone in essere condotte palesemente vietate, perché in violazione della normativa di settore”. Nella partita con la Reyer, in ragione dell’assenza dell’allenatore Dante Calabria, è apparso lampante come il Sig. Ron Rowan, abbia chiamato i cambi in panchina e diretto i Time Out, invero episodio non nuovo e già platealmente registratosi nella partita precedente, allorquando il Sig. Rowan ha determinato, senza il consenso dell’allenatore, l’entrata in campo di un giocatore. USAP ritiene sia imprescindibile il rispetto dei regolamenti della Federazione Italiana Pallacanestro, il rispetto delle regole non soltanto comportamentali, ma anche tecniche a salvaguardia della professionalità e dei sacrifici degli allenatori, del loro percorso formativo e del tempo profuso dagli stessi nei corsi di formazione.

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Il polverone mediatico sollevato ha indotto Rowan a replicare, con toni concilianti, per chiedere scusa:

Sono dispiaciuto e rammaricato per l’accaduto. Non era assolutamente mia intenzione infrangere nessun tipo di norma. Il nostro capo-allenatore la scorsa domenica è stato assente a causa di una indisposizione e l’assistente Giuseppe Valerio, che ne ha preso il posto, non ha una perfetta padronanza della lingua inglese. E’ per questo che, anche per l’entusiasmo che mi ha travolto e mi sta travolgendo in questa mia nuova esperienza italiana, mi sono sentito di dare una mano, specie durante le fasi concitate del match, traducendo in inglese i concetti espressi dallo stesso Valerio. Sto vivendo per la prima volta, con questo ruolo, il mondo cestistico italiano e devo ancora assimilare regole e norme comportamentali che sono diverse rispetto a quelle in vigore in America. Con i miei comportamenti, che peraltro non hanno ricevuto sanzione alcuna da parte dei direttori di gara in relazione agli oneri gravanti sui soggetti presenti in panchina quanto ai loro movimenti, non ho mai inteso mancare di rispetto nei confronti di nessuno essendo stati, lo ripeto, motivati dal desiderio di dare semplicemente una mano in un momento di oggettiva difficoltà.
Ovviamente ciò non si ripeterà e prego l’Associazione segnalante di accettare le mie scuse. Continuerò a sedere in panchina ma la mia presenza sarà unicamente nella mia qualità di dirigente accompagnatore della squadra

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