Nell'immediato postpartita di Milan-Bruges 3-1, quando le lacrime di emozione per l'esordio con gol (annullato) di Camarda erano ancora fresche, un vuoto sotto la Curva Sud rossonera ha risaltato più di altri. Quello lasciato da Rafael Leao, dritto negli spogliatoi anziché festeggiare i tre punti con la sostituzione dopo un'ora di gioco indigesta e sul groppone. Il portoghese è un caso in casa Milan? Può essere, ma la stessa situazione può essere vista da un altro punta di vista: Fonseca sta tenendo la schiena dritta con le proprie scelte e, soprattutto, forse per la prima volta da quando hanno vestito il rossonero i suoi concorrenti stanno trovando continuità di rendimento che sia dal primo minuto o da subentrati. Okafor e Chukwueze, infatti, come contro l'Udinese sono stati decisivi tanto quanto Pulisic e Reijnders, inonando di tranquillità sotto forma di punti le decisioni del tecnico che in caso opposto avrebbero trovato tutt'altro appoggio.
Proprio qui sta quello che potrebbe essere uno dei punti di svolta della stagione rossonera e, chissà, dell'avventura del tecnico lusitano sulla panchina del Diavolo. Lasciando stare Leao che sta chiaramente vivendo un momento (piuttosto lungo) difficile in campo, come dimostra l'unico gol nelle ultime 21 presenze ufficiali tra Milan e Portogallo, puntiamo i riflettori su chi fino a questo momento aveva costretto il portoghese a fare gli straordinari con una responsabilità sulle spalle fin eccessiva. Noah Okafor e Samuel Chukwueze sono stati presi anche per quello nell'estate 2023 e dopo un anno di rodaggio agli ordini di Pioli, con qualche gol da subentrato per lo svizzero e poco o nulla per il nigeriano, in questa stagione sono stati chiamati da subito a un salto di qualità per meritarsi il rossonero, garantendo qualità nelle rotazioni.
Va da sé che due partite - Udinese e Bruges - non possano essere considerate una regola e Bologna diventa un banco di prova fondamentale per i due per confermare i progressi rispettando il famoso proverbio, ma l'intensità e la qualità nelle giocate messe in campo dai due sono state situazioni viste di rado nei mesi precedenti. "Avevamo bisogno di Okafor e Chukwueze" ha commentato Fonseca nel postpartita smarcandosi dall'argomento Leao, e i fatti gli hanno dato ragione esattamente come contro l'Udinese: "Siamo migliorati con l'ingresso di Chukwueze ed Okafor, anche grazie allo spostamento di Pulisic in mezzo al campo". E proprio lì sta un altro aspetto da non sottovalutare.
Christian Pulisic da quando è arrivato al Milan si è nettamente cucito addosso il ruolo di leader tecnico reale della squadra, superiore tecnicamente e in quanto a leadership a buona parte dei compagni. In rossonero però ha quasi sempre giocato largo a destra dando la sensazione di essere ingabbiato in un ruolo mai stato suo e in cui la sua visione di gioco e prepotenza fisica è limitata. Certo è che per avere Pulisic in mezzo al campo è necessario che gli esterni d'attacco, almeno uno dei due, si sacrifichi in fase difensiva proprio come fatto da Okafor sia con l'Udinese che contro il Bruges quando chiamato in causa. Da qui però sembra proprio voler ripartire Fonseca. Avrà ragione anche su questo aspetto?