BASKET

Peppe Poeta a SportMediaset: "Vi racconto il mio basket. E su Messina e Poz..."

Il coach della Germani Brescia ha iniziato alla grande la nuova avventura in panchina. Vittorie convincenti, super attacco e una sola sconfitta con Milano: "Ma ci ha dato consapevolezza"

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Ereditare la panchina da Alessandro Magro, dopo un ciclo che ha regalato a Brescia una storica Coppa Italia, non era certo il più agevole dei compiti. Specie per un giovane allenatore esordiente, alla prima esperienza da head coach. Con entusiasmo e col sorriso sulle labbra, qualità che l'hanno da sempre contraddistinto quando frequentava il parquet in canotta e pantaloncini, Peppe Poeta sta dando ragione a chi ha avuto il coraggio di puntare su di lui.

Si immaginava di partire così bene, al debutto da capo allenatore e con una squadra profondamente rinnovata?

“Me lo auguravo. Finora è andato tutto oltre ogni più rosea aspettativa, grazie ai ragazzi che per atteggiamento e prestazioni stanno andando alla grande. Speriamo di proseguire così il più a lungo possibile”.

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Da queste prime partite è emersa una mentalità fortemente offensiva, non a caso avete numeri impressionanti in attacco: è questo il basket che ha in mente?

“Cerco di cucire il vestito più adatto alla mia squadra, poi ogni partita fa storia a sé. A oggi abbiamo espresso una grande capacità offensiva, passandoci bene la palla e correndo a campo aperto con le spaziature giuste. Sappiamo che dobbiamo crescere nella metacampo difensiva se vogliamo fare cose importanti. Ci saranno partite in cui faremo fatica in attacco e dovremo quindi lavorare bene in difesa”.

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Ha lavorato con Ettore Messina e Gianmarco Pozzecco: cosa ha cercato di “rubare” all’uno e all’altro?

“Penso che ognuno debba avere un suo stile per allenare. Sarò sempre grato a Ettore con cui ho vissuto un clinic quotidiano durato due anni: ho cercato di imparare da lui la metodologia di allenamento, la cura del dettaglio e la gestione del day by day. Gianmarco invece è stato fondamentale dal punto di vista umano, nella transizione da giocatore ad allenatore. Un percorso che lui ha affrontato prima di me, mi ha aiutato molto”.

C’è una scelta che vorrebbe aver la possibilità di rifare nell’unica partita che avete perso, contro Milano?

“Il lavoro di un allenatore comporta scelte continue, tra schemi, cambi, gestione dei timeout. Penso che a Milano abbiamo disputato un’ottima partita, sarebbe potuta essere la ciliegina su un fantastico inizio di stagione. Non è stato così, ma ci siamo portati a casa fiducia e consapevolezza”. 

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