Otto gol, emozioni e spettacolo, ma anche tanti errori. La Juve archivia il derby d'Italia numero 252 con un pareggio pazzo, giocato a ritmi altissimi, ma anche piuttosto anarchico e complicato dal punto di vista tecnico-tattico. Al netto della forza della corazzata nerazzurra, che a tratti ha dominato il match e messo sotto i bianconeri, gli uomini di Motta al Meazza hanno giocato a corrente alternata mettendo in mostra il meglio e il peggio del repertorio di un gruppo giovane ancora in cerca di un'identità precisa, dei giusti equilibri in entrambe le fasi e di veri leader in campo.
Ripercorrendo il film del match contro l'Inter, per la Juve le buone notizie arrivano dal carattere della squadra e dagli esterni offensivi. Nel primo tempo Conceicao e Weah hanno tenuto botta, spinto e animato la fase offensiva senza risparmiarsi anche in fase di copertura mostrando gamba e coraggio nell'uno contro uno. Poi è toccato a Yildiz prendersi la scena dopo l'inizio in panchina. In mezz'ora il turco ha timbrato il cartellino due volte col suo sinistro da cecchino, ma a colpire è stata soprattutto la cattiveria agonistica con cui è entrato in campo. Atteggiamento che insieme alla spinta inesauribile di Conceicao ha contagiato il resto della squadra e, senza schemi precisi, portato al clamoroso pareggio. Risultato arrivato grazie anche alle parate di Di Gregorio, decisivo nel momento in cui l'Inter ha aumentato i giri nella ripresa cercando di dare la spallata decisiva alla partita, e dalla voglia di non mollare del gruppo bianconero che nel finale ha respinto l'assalto nerazzurro senza badare troppo alla forma.
Discorso diverso invece per i centrali difensivi bianconeri. Contro l'Inter Danilo e Kalulu hanno commesso errori troppo gravi per giocatori del loro calibro e della loro esperienza. Un "blackout" che nel primo tempo ha regalato due rigori all'Inter e nella ripresa ha poi evidenziato la necessità di alzare il livello dell'attenzione in area, nelle chiusure preventive e nei meccanismi in fase di non possesso. Sia in campo aperto, sia sui calci piazzati. Situazioni che contro l'Inter hanno mostrato una fragilità pericolosa su cui Motta dovrà lavorare cercando soluzioni di reparto e dando compiti precisi in marcatura.
Quanto al resto della squadra, il pareggio pirotecnico con l'Inter ha confermato l'utilità tattica di McKennie tra le linee, le difficoltà nel far girare rapidamente palla in mediana e la scarsa inclusione di Vlahovic nella manovra. Al netto del gol facile facile dell'1-1, il serbo è rimasto quasi sempre fuori dal gioco bianconero innescando la solita battaglia col suo marcatore, ma dando spesso l'impressione di considerare la partita una lotta solitaria. Atteggiamento che non aiuta la squadra a salire, a respirare e a sfruttare con continuità il lavoro degli esterni e le incursioni di McKennie. Alla Continassa il cantiere è ancora aperto. E nel frattempo il Napoli va in fuga.