Le sue grandi ex hanno fatto proprio un gran bel regalo ad Antonio Conte: il pirotecnico 4-4 di San Siro permette infatti al Napoli di allungare a +4 il vantaggio sulla più immediata inseguitrice (l’Inter: 22 a 18), con la Juventus terza a quota 17. La vittoria nerazzurra avrebbe ridotto a 2 il margine azzurro, quella della Juve a 3. Il tutto alla vigilia dei quattro esami-scudetto che il Napoli sosterrà da domani alla fine di novembre con Milan, Atalanta, Inter e Roma.
UNICUM – Mai in campionato si erano visti otto gol a San Siro (o più in generale a Milano) tra Inter e Juventus. Al massimo i gol nel derby d’Italia meneghino erano stati sei: nel 6-0 Inter del 1953-54, nel 2-4 Juve del 1949-50, nel 4-2 Inter del 1947-48 e nel 2-4 Juve del 1931-32. Come pareggi, quelli con più gol erano stati vari 2-2, punteggio che si è registrato spesso: l’ultima volta nel torneo 2004-05.
ALTALENA – La Juventus era l’unica squadra con cui Lautaro Martinez aveva un bilancio negativo nelle sfide di A con soli 3 successi e ben 6 ko. Così come Dusan Vlahovic contro l’Inter aveva una tradizione fortemente deficitaria (una vittoria contro 9 sconfitte tra campionato e coppe). I due bomber non sono stati tra i protagonisti assoluti dello show milanese e il pareggio non ha consentito loro di migliorare lo score della sfida. Il serbo però si è almeno tolto uno sfizio: al nono tentativo è infatti riuscito a far centro al Meazza (sei gare contro l’Inter e tre contro il Milan vestendo le casacche viola e bianconera).
NOSTALGICI – Ci piace pensare, da appassionati super partes, che lo spettacolo e i gol che si sono visti ieri sera a San Siro siano anche merito… delle divise. Finalmente è andata in scena la normalità: Inter in nerazzurro, Juventus con la classica maglia bianconera. Nel segno della tradizione, insomma. Con tanti saluti a quelle orribili seconde e terze maglie che faranno pure la gioia degli sponsor ma che francamente hanno stancato i tifosi, soprattutto quelli “old style”.
VETTA – Come da pronostici, il Napoli targato Conte veleggia in testa alla classifica. Non brilla ma vince, ha quel pizzico di fortuna che serve sempre e adesso dopo aver fatto l’enplein con 12-punti-12 nelle quattro partite “morbide” messe a disposizione dal calendario (vittorie al Maradona contro Monza e Como, a Empoli e ancora in casa con il Lecce) si prepara ad affrontare un poker di impegni probanti: domani il Milan a San Siro, poi l’Atalanta in casa, quindi un altro viaggio milanese per affrontare l’Inter quindi la Roma al Maradona. Nell’unico big match fin qui disputato la squadra di Conte non ha incantato ma ha mantenuto la porta inviolata e portato a casa dallo Juventus Stadium un punto comunque pesante. Se il Napoli dovesse trovare il miglior Lukaku (fin qui a corrente alternata e nelle ultime sfide piuttosto in ombra) la missione quarto scudetto potrebbe davvero mettersi bene. Big Rom in maglia azzurra è imbattuto (non era ancora arrivato quando, alla prima giornata, il Verona battè il Napoli 3-0): otto partite tra campionato e Coppa Italia, sette vittorie e un pareggio. Ma i gol latitano: soltanto tre fin qui, e su azione Lukaku non segna da 425 minuti, esattamente dal 70’ di Cagliari-Napoli 0-4 del 15 settembre.
BUM BUM GASP – E’ tornata l’Atalanta a mitraglia. I 6 gol della Dea nella 400esima partita di Gian Piero Gasperini sulla panchina nerazzurra proiettano l’attacco atalantino in testa alle classifiche cannonieri della Serie A. Retegui, con 10 centri, guida quella individuale; l’Atalanta (con 24, quasi tre a partita) quella di squadra. Nessuna sorpresa se, alla nona giornata, proprio una squadra di Gasp sia la più prolifica. Nelle ultime sei stagioni infatti la sua Atalanta è sempre stata nella top five in quanto a reti segnate. Sia l’anno scorso che nel 2022-23 terzo posto in questa speciale graduatoria. E per tre anni di fila la Dea ha espresso il miglior attacco in assoluto del campionato: 90 gol nel 2020-21, addirittura 98 nel 2019-20, 77 nel 2018-19.
SCOMMESSA – A proposito di gol. Siamo certi che Mario Balotelli farà bene al Genoa. Lo hanno fortemente voluto i due Alberto rossoblù, l’allenatore Gilardino e il presidente “senza portafoglio” Zangrillo. Un Balotelli tonico avrebbe, secondo noi, fatto comodo anche a una Juventus che sul mercato ha speso fior di milioni senza però pensare a trovare una degna riserva di Vlahovic. La Juve infatti non ha un centravanti di riserva, essendo Milik ormai un lungodegente che sembra dare poche garanzie per il futuro. Dicevamo di SuperMario. Non gioca in A da più di 4 anni e mezzo: ultima partita il 9 marzo 2020 in casa del Sassuolo (con il Brescia sconfitto 3-0) e non segna addirittura del 5 gennaio 2020 (1-2 contro la Lazio, iniziale vantaggio reso poi effimero dalla doppietta di Immobile).
RISCATTO – Nel 5-1 che potrebbe costare la panchina giallorossa a Ivan Juric, si è rivista una doppietta di Moise Kean. In Serie A mancava da quasi due anni, da quei due gol che Kean segnò con la maglia della Juventus contro la Lazio nel 3-0 del campionato 2022-23. Per Moise – che era stato il primo nato nel nuovo millennio a segnare nel nostro campionato – si tratta del quarto “doblete” in carriera. Gli altri due li aveva realizzati con la Juve contro l’Udinese e con il Verona contro la Fiorentina. Un risveglio incoraggiante anche in chiave azzurra per il numero 20 viola che aggiorna il suo score a quota 4 in questo torneo. Vicino dunque a ritoccare il suo primato personale in A che è di 6 reti (nel 2018-19 e nel 2022-23, sempre con la Juve). Il record assoluto è invece di 13 gol, segnati nel 2020-21 in Ligue1 con la maglia del Psg.