CARLOS SAINZ: VOTO 10
Vittoria stellare per il madrileno: la sua SF-24 sembra una "gigante rossa" (nel senso della stella), lui un marziano per il resto del gruppo, al capolinea di uno dei fine settimana più felici e memorabili della sua carriera, ad ormai poche tappe dall'esilio in Williams. Carlos si candida fin dal primo turno di prove, alzando irresistibilmente il suo gioco turno dopo turno, fin quasi a "convincere" la concorrenza (a partire dal suo compagno di squadra) a scannarsi per il secondo posto e oltre alla domenica. Potere della mente, come dice lui.
FERRARI: VOTO 8,5
Dopo Austin, Città del Messico: modalitàTex-Mex "on" per la Scuderia di Maranello: il menu è succulento ma indigesto solo per i suoi avversari! Certo che un ossicino o qualcosa del genere deve essere andato un po' di traverso a CHARLES LECLERC (VOTO 6,5) che parte male - nel senso di un weekend subito in salita - e si "incarta" altrettanto rapidamente, fino a cedere le armi di fatto fin dal via. Come diceva Sainz poco sopra? Ah sì: potere della mente!
LANDO NORRIS: VOTO 6
Quarantasette (punti), Lando che parla: "Lui gioca sporco". Per sua stessa ammissione, lo sfidante ufficiale (e da qui in avanti unico...) di Verstappen si tiene alla larga dopo la doppia sberla iniziale presa dall'olandese. Ok, sale sul podio ma il terzo tentativo sarebbe verosimilmente stato quello buono e magari Sainz un obiettivo possibile. Lo avrebbe almeno potuto mettere sotto pressione: è o non è in lotta per il titolo? E allora lotti!
MAX VERSTAPPEN: VOTO 6
Costretto a dalla necessità a fare di virtù... catenaccio, Max (il prefisso "super" è ormai desueto), si prende le sue responsabilità, paga dazio e poi rimonta. Con una linea di comportamento appena appena più soft avrebbe forse chiuso quarto limitando ulteriormente i danni ma non è quello che i campioni fanno, a pensarci bene. Deve stringere i denti e tenere insieme con lo spago un team apparentemente prossimo allo sfascio.
TEAM HAAS: VOTO 8
C'era una volta un giapponese, un danese e un tedesco. Sembra una barzelletta ma è tutto vero e tutto serio. Vuoi vedere che era quel simpaticone di Guenther Steiner il "bug" dentro i sistemi (elettronici e non solo) del Team Haas? Siate sinceri: quanti di voi saprebbero riconoscere a colpo sicuro tra la folla del paddock Ayao Komatsu, Team Principal da gennaio? Eppure sotto la sua gestione la VF-24 si è messa a suonare come un Paganini tra le mani (e l'archetto) di Magnussen e Hulkenberg, che negli ultimi GP hanno iniziato a concedersi frequentazioni altolocate (nel senso dell'ordine d'arrivo) prima off-limits. In Messico il danese e il tedesco (entrambi in uscita) hanno chiuso settimo e nono. Nel 2025 toccherà alla strana coppia Ocon-Bearman: mah..!
LEWIS HAMILTON: VOTO 7
Dopo i fuochi d'artificio estivi, la Mercedes ha perso la strada per la vittoria e anche un po' quella del podio. Ai suoi piloti non resta che vedersela tra di loro e casomai con Verstappen, quando l'olandese non fa tutto da solo. Bravo sir Lewis a crederci fino in fondo e a mettersi dietro Russell nel finale. È roba piuttosto piccola, intendiamoci, ma vuoi che in dodici anni a Stocarda qualche sassolino da togliesi dagli stivaletti non sia rimasto?
PIERRE GASLY: VOTO 10
Doveva farsi perdonare il ritardo alla campanella nelle prove (con tanto di multa salata da parte di Flavio Briatore): missione compiuta e dieci in pagella, proprio come la posizione occupata dal "nostro" nell'ordine d'arrivo, con tanto di punticino iridato che fa morale. Battute a parte, una bella prova da parte di Pierre, proporzionalmente alla monoposto che guida of course.
OSCAR PIASTRI: VOTO 5
Avanti "piano" verso la gloria, più che altro a corrente alternata. L'australiano va e viene lungo la classifica del GP invece di presidiarne le posizioni più nobili, come la sua monoposto richiederebbe. Un altro GP compromesso da imprevisti in prova che non gli... permettono di dare una mano al compagno di squadra nella rimonta su Verstappen. Forse forse Oscar preferisce così...
SERGIO PEREZ: VOTO 4
Indifendibile, a parte per centoventotto milioni o giù di lì di suoi connazionali osannanti sempre e comunque, contro ogni possibile evidenza. La misura sembra colma e quella Red Bull (per quanto ormai in forte ribasso) in mani ormai così incerte è un vero e proprio controsenso, se non per la fine geopolitica asservita allo show business dei padroni americani del Mondiale. Ne sarebbero più degni quasi tutti i suoi attuali colleghi, a parte forse Stroll e Zhou, senza offesa per il canadese, il cinese loro e i loro estimatori. VOTO 2 a papà Antonio (Perez) che vede il trentaquattrenne Checo presto campione del mondo.
OSCAR PIASTRI: VOTO 5
Avanti "piano" verso la gloria, più che altro a corrente alternata. L'australiano va e viene lungo la classifica del GP invece di presidiarne le posizioni più nobili. Un altro GP compromesso da imprevisti in prova che non gli... permettono di dare una mano al compagno di squadra nella rimonta su Verrstappen. Sotto sotto, magari, forse Oscar preferisce così...