Due giorni sono pochi per smaltire la delusione, sufficienti tuttavia per provare a canalizzare la rabbia del momento in un'analisi lucida e puntuale. Fatta anche di autocritica. Simone Inzaghi ha studiato ieri con il suo staff la partita di domenica con la Juve, rivisti gli errori, constatata la recidività di alcuni atteggiamenti, evidenziato il ripetersi di errori individuali, di reparto e di squadra che vanno oltre il singolo match contro i bianconeri. I gol subiti, già 13 (di cui 6 subiti negli ultimi dieci minuti di partita), le occasioni sprecate (per imprecisione, poca lucidità, letture sbagliate), l'atteggiamento (gestione delle fasi del match), la mancanza di "malizia" (il fallo tattico, ad esempio), la compattezza mancata (distanza tra i reparti): tutti aspetti che rappresentano una costante "carsica" di questo inizio di stagione, problemi che affiorano periodicamente e pregiudicano il risultato finale. Ma anche un'analisi autocritica, si diceva: i cambi, la questione cartellini gialli, le rotazioni.
Certo, non mancano gli aspetti positivi: la lucidità serve anche a questo, soprattutto a questo, a far sì che rabbia e disappunto non stendano un velo di opacità che banalmente possa deviare l'attenzione dai punti focali. Di questo Inzaghi parlerà e tutto questo affronterà oggi alla vera e propria ripresa. Il tempo non è molto, tutt'altro. Il ritmo serrato imposto dal calendario può avere però anche un risvolto positivo: il fare è in questi casi la miglior cura. A patto che, alla base, ci sia la piena assunzione di responsabilità da parte di tutti. Ma nessuno dubita che questo sia il battito comune dello spogliatoio, la forza distintiva dell'Inter di quest'ultimo anno e mezzo. E c'è la convinzione, meglio la certezza, che non sia andato smarrito.
Quindi il campo, quindi l'Empoli. Non serve rialzarsi, perché non ci sono state cadute: occorre solo consolidare ed evitare di sperperare. Qualche cambio ci sarà, avvicendamenti funzionali tenuto conto anche delle successive chiamate. Meno, tuttavia, di quanto si sarebbe voluto, perché l'infermeria non ancora ha restituito Calhanoglu e Acerbi (il primo rientra di certo con il Venenzia, il secondo dovrebbe), perché Asllani non è a pieno regime, perché per Carlos Augusto se ne riparlerà tra 15 giorni. Le valutazioni sono rimandate a oggi, nell'allenamento che è già rifinitura visto che l'Inter scende in campo già domani nel tardi pomeriggio. Un' Inter forse ancora delusa, probabilmente arrabbiata. Necessariamente più lucida, però.