L'America's Cup potrebbe far ritorno in Nuova Zelanda. A esserne sicuro è il CEO di Emirates Team New Zealand Grant Dalton che ha rilanciato la candidatura di Auckland per ospitare il trofeo sportivo più antico del mondo. Per ora si tratta soltanto di un'intenzione, ma il numero uno di America's Cup Events non ha escluso la possibilità di riportare la Coppa delle Cento Ghinee nelle acque oceaniche.
"Il messaggio è semplice: siamo assolutamente sinceri nel dire che se possiamo portare a casa questa coppa, lo faremo - ha spiegato Dalton in un'intervista rilasciata al media neozelandese Stuff -. La chiave è che la squadra sia in grado di vincere. La squadra sarà sempre il motore principale di tutto. Mi viene in mente una frase di Kennedy: abbiamo scelto di andare sulla luna non perché è facile, ma perché è difficile".
La strada è tuttavia in salita. Servono ingenti fondi per organizzare l'America's Cup e la politica locale non sembra pronta a sobbarcarsi un investimento di questo genere. Inoltre permane l’incognita delle elezioni che potrebbero aprire la strada a un governo avverso all'evento senza contare le perplessità di diversi cittadini che si domandano se sarebbe giusto investire denaro pubblico per una competizione sportiva. A questi dilemmi l'amministratore delegato di New Zealand ha risposto sostenendo come non vi sia alcuna intenzione di dirottare fondi destinati ad aree critiche come sanità, istruzione e trasporti, ma che i contributi già stanziati per la promozione del turismo, la ricerca e lo sviluppo potrebbero esser spostati sulla kermesse velistica.
Perché tutto ciò vada in porto, sarebbe necessario raccogliere almeno 130 milioni di dollari, cifra investita da Barcellona per accaparrarsi la trentasettesima edizione, ma che potrebbe crescere ulteriormente in vista del prossimo obiettivo. Per fare ciò servirebbe un ingente aiuto da parte dei privati i quali dovrebbero sostenere in maniera disinteressata le richieste dalla squadra: “L’investimento dei privati deve essere fatto senza secondi fini e senza cercare di impossessarsi della squadra, ma soltanto per il genuino scopo di riportare la Coppa America in Nuova Zelanda“.