L'ANALISI

Difesa, muscoli e gruppo: la Juve si rialza e aspetta Koop e Vlahovic

A Udine i bianconeri ritrovano solidità e aggressività in fase di non possesso e tornano a vincere

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Dopo le "sbandate" contro Inter e Parma, la Juve torna in carreggiata a Udine. La vittoria contro la squadra di Runjaic ha ricordato infatti agli uomini di Thiago Motta la via da seguire per riprendere il filo del discorso e tenere il passo delle prime della classe. Una via ancora piena di insidie e lavoro, certo, ma che ha diktat precisi per quanto riguarda ritmo, pressing e atteggiamento in campo. Indicazioni che al Bluenergy Stadium i bianconeri hanno interpretato e seguito con grande applicazione a partire dalla fase difensiva e del recupero palla.

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Al netto di una grande prova di Thuram, decisivo in mediana e negli strappi palla al piede in verticale, contro l'Udinese i tre punti sono arrivati soprattutto grazie al ritrovato spirito di gruppo. Un gruppo che ha dovuto tirare fuori i muscoli e il carattere per affrontare una delle squadre più toste e fisiche della Serie A. Tra duelli e battaglie in ogni zona del campo, al Bluenergy Stadium la differenza l'hanno fatta la solidità difensiva, la pulizia in costruzione e il ritmo della Juve. Caratteristiche che il gruppo bianconero ha recuperato in fretta dopo aver incassato sei gol in due partite e messo un po' in discussione un buon avvio di stagione.

Per quanto riguarda i singoli, per Motta da Udine le buone notizie arrivano un po' da tutti i reparti con un paio di eccezioni. Davanti a un Di Gregorio reattivo e sicuro, in difesa Gatti e Kalulu hanno concesso pochissimo a Thauvin e Davis nei duelli blindando il reparto per vie centrali, mentre sulle corsie Cambiaso e Savona hanno alternato con grande attenzione entrambe le fasi supportando la manovra e serrando le linee a seconda dei momenti del match. Discorso simile per Locatelli e Thuram, protagonisti in cabina di regia e metronomi del gioco e della fase di non possesso bianconera per tutta la gara. Un po' quello che anche Weah e Yildiz, con compiti diversi, hanno fatto sulla trequarti spingendo con i giri giusti senza strafare e aiutando la squadra nel recupero palla e sui raddoppi. Atteggiamento che ha consentito ai bianconeri di mantenere le distanze tra i reparti e dare uno sbocco sicuro alla manovra in ripartenza.

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Infine capitoli Koopmeiners e Vlahovic. Per quanto riguarda il primo, al netto delle qualità indiscusse del giocatore, l'impressione è che l'olandese abbia bisogno ancora di macinare chilometri in bianconero per tornare in condizione e riuscire a ritagliarsi un ruolo da protagonista nello scacchiere di Motta. Come dimostra il tris fallito nel finale, infatti, Teun non è ancora quel gioiello visto all'Atalanta e alla Juve mancano i sui lampi in verticale e i suoi gol. Gli stessi che mancano anche da Vlahovic. Contro l'Udinese Dusan ha lottato, corso e cercato di dare profondità, ma è riuscito a tirare in porta solo una volta in maniera pericolosa. Troppo poco in una gara fisica in cui avrebbe dovuto esaltarsi nei duelli con Bijol, fare la differenza e provare ad attaccare lo spazio con più cattiveria e decisione. A Udine la Juve è tornata in carreggiata, ma la strada è ancora lunga. 

Udinese-Juve: le foto della partita

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