L'ANALISI

Il Napoli scompare al Maradona contro una Dea "più forte", contro l'Inter serve altro

Azzurri annullati al primo dei due scontri diretti, con i nerazzurri non si può sbagliare

© Getty Images

Il Napoli comincia male nella settimana più importante, fin qui, del campionato, andando ko al primo dei due match potenzialmente decisivi per la lotta scudetto. Un'Atalanta bellissima, solida e divertente, infatti, annulla gli uomini di Conte con uno 0-3 netto e senza possibilità di replica al Maradona, con gli azzurri che cadono per la prima volta in casa in stagione in una delle sfide dirette che non dovevano essere sbagliate. Soprattutto con questo passivo. Partenopei annichiliti dalla Dea che fa un assist ghiotto all'Inter che si porta a -1 e si appresta ad affrontare lo scontro diretto della prossima giornata col doppio vantaggio del pubblico e dell'entusiasmo per mettere la freccia.

Il pranzo al Maradona va indigesto al Napoli che al primo grande impegno cade, si fa male, prova a rialzarsi e si fa ancor più male. Sì, perché il tris subito dalla Dea è come uno schiaffo forte per gli azzurri che, attesi da una 10 giorni con tre sfide importanti cannano alla seconda contro Gasperini e i suoi. Dopo quanto di buono visto a San Siro contro il Milan, infatti, gli uomini di Conte non riescono a confermarsi e a seguire il trend positivo registrato dopo il ko col Verona alla prima di campionato. Da un tris all'altro, da quello del Bentegodi a quello di Napoli per gli azzurri che dopo quattro passi avanti (come i punti di vantaggio sull'Inter seconda prima dell'11esima giornata) ne fanno tre decisi indietro.

Un Napoli che cade sotto i colpi di una Dea super, bellissima e in forma, che non riesce a organizzarsi bene per arginare l'attacco più forte del campionato. Ma quando dalla tua hai la difesa meno battuta della Serie A, qualcosa di più ci si aspettava. Ma il risultato del Maradona porta con sé la tristezza delle aspettative deluse, con l'amaro in bocca firmato da Lookman, Retegui e Gasperini, col tecnico degli orobici capace di trovare la chiave che ha aperto e sconquassato il reparto arretrato dei campani.

"Complimenti a loro, quando incontri una squadra più forte di te devi farle i complimenti e niente chiacchiere. Se sei uno sportivo alzi le mani e applaudi, noi abbiamo perso contro una squadra più forte, più tutto" ha detto Conte al triplice fischio. Parole che però, dette dal tecnico della squadra capolista e tra le favorite al titolo, fanno rumore. Un'ammissione un po' troppo frettolosa o la dura verità? Il campo darà il suo giudizio da qui a fine stagione, con la possibilità di rifarsi già dalla prossima giornata.

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A una settimana di distanza, infatti, il Napoli torna a San Siro per sfidare l'Inter, con la consapevolezza che servirà un altro atteggiamento per non uscire doloranti dal campo. La squadra vista contro la Dea, infatti, dovrà reagire ed essere pronta ad affrontare le difficoltà, cercando di contenere un attacco altrettanto forte come quello dei nerazzurri di Inzaghi e trovare la via del gol, magari dell'ex.

Al Meazza, infatti, torneranno utili a Conte sia Matteo Politano sia, in primis, Romelu Lukaku. Il grande ex, quello che di certo sarà tra i più fischiati dal pubblico milanese di fede nerazzurra, che però è troppo altalenante nelle prestazioni. Non è di certo il Big Rom del passato, quello che si mette sulle spalle il reparto offensivo della sua squadra per portarla alla vittoria. Insomma, un parente lontano di quello che è stato con e per l'Inter. Conte per far ripartire i suoi dipende anche, e tanto, dal belga che contro la Dea ha avuto sì occasioni ghiotte, ma non è stato capace di finalizzarle. Un Napoli che non potrà permettersi di sbagliare nulla domenica nello scontro diretto, perché perdere significherebbe cedere il primato in classifica. Perché senza impegni europei l'obiettivo scudetto è quasi un'ossessione per AdL e Conte non può sbagliare.

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