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Toto...scudetto? Trento sogna in grande con l'intramontabile Forray

Il capitano ha guidato l'Aquila alla netta vittoria su Milano. A 38 anni è ancora determinante e sta diventando letale da lontano

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"Magari continuo un anno in più, magari no: non lo sappiamo ancora". Ai nostri microfoni aveva risposto così, pochi giorni fa, alla domanda sul suo futuro (da giocatore o in altra veste). Leggere e riascoltare queste parole dopo la prestazione con Milano fa strano: 16 punti con 4/6 da oltre l'arco, 3 rimbalzi difensivi e 2 assist, alla faccia dei 38 anni.

Toto Forray sembra proprio non volerne sapere di invecchiare e di ridimensionare il suo contributo, tanto in termini tecnici che di minutaggio. 

Galbiati ha parlato di come la sua gestione debba essere diversa rispetto al passato, ma contro Milano l'argentino ha regalato 18 minuti di grande intensità, l'elemento chiave per poter sconfiggere l'Armani.

"Abbiamo mantenuto il ritmo, quella è stata la chiave. Sapevamo che loro arrivavano stanchi e sapevamo che dovevamo tenere il ritmo alto per giocarcela. Abbiamo fatto una partita incredibile dal primo all'ultimo secondo. Nonostante il vantaggio abbiamo continuato a giocare, si vede che stiamo bene insieme".

66,7% con 4/6: il dato della percentuale da 3, poi, è la traduzione della sua evoluzione: Forray ha sviluppato questa capacità nel colpire da lontano per compensare la riduzione di esplosività che lo porta ad attaccare il ferro in misura ridotta rispetto al passato. La prova è nel fatto che la percentuale stagionale nei tiri da lontano (53,8) è nettamente superiore a quella complessiva in A (34,9).

La sua leadership è fondamentale per coach Galbiati ed è stata strategica anche nella costruzione della squadra: senza Forray sarebbe stato complicato inserire in così poco tempo i vari Lamb, Ford e Cale, come anche far sentire una fiducia di ferro verso i giovanissimi Saliou Niang e Quinn Ellis. Ragazzi che stanno crescendo anche grazie all'esempio del capitano, vera bandiera trentina. 

Se il 5/5 di inizio campionato era un segnale chiaro, aver battuto Milano in questo modo, con questo scarto, è la conferma del fatto che Trento non si accontenta del ruolo della bella favola di inizio stagione.

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