Carlo Ancelotti presenta la sfida di Champions League contro il Milan, anche se non ha voglia di parlare di calcio dopo la tragedia che ha colpito Valencia e la regione. "Tutti sono stati chiari. Nessuno voleva giocare. Mi sembrava la decisione giusta. Ma non siamo noi a comandare. Chi sta al vertice decide - ha spiegato il tecnico del Real Madrid in conferenza stampa -. Quello che penso è che il calcio sia una festa, ma puoi farla quando stai bene. Se la tua famiglia sta bene allora fai una festa. Ma quando la gente non sta bene, non c'è bisogno di fare feste. Il calcio deve fermarsi perché il calcio è la cosa più importante tra le meno importanti nella vita". Sulla gara col Milan. "Per me sarà una partita speciale per i miei trascorsi. Penso che sarà una gara molto bella. Il Milan non è partito bene, è una squadra molto pericolosa che ha grande qualità. Ha molto potenziale ma ancora non è riuscito a tirarlo fuori tutto - ha detto a Sky Sport - Noi siamo alla ricerca della continuità, sono sicuro che la troveremo presto".
Le prime domande in conferenza stampa sono inevitabilmente sulla tragedia che ha colpito Valencia e l'intera regione. "È passata una settimana da questa tragedia, siamo tristi... questa è l'emozione che proviamo, siamo molto vicini a tutti i paesi colpiti. Spero che questa situazione possa risolversi presto e in questo senso spero possiate capire che parlare di calcio è molto complicato. Facciamo parte di questo Paese e tutto questo ci tocca molto. Per rispetto nei vostri confronti e anche per non mancare di rispetto alle persone, cercherò di essere semplice perché non ho voglia di parlare di calcio. Domani è una partita molto speciale... ma cercherò di parlarne il meno possibile".
Sulla difficoltà di preparare il match con il Milan in questa situazione. "Questa tragedia tocca tutti perché ascolti, leggi... e quello che è successo è stato qualcosa di terribile. Noi l'abbiamo preparato perché siamo professionisti e ovviamente proveremo a vincere. Questo è quello che dobbiamo fare".
Sull'ipotesi di costringere i giocatori a fermarsi. "No, il potere che abbiamo è pari a zero. Non possiamo prendere nessun tipo di decisione. Tutti gli allenatori avevano la stessa idea, ma hanno dovuto scendere in campo senza voglia".
Su come si sente. "La sensazione è quella di parlare il meno possibile di calcio. Come ho detto è la nostra professione. Contro il Milan abbiamo una partita importante, speciale, ma sullo sfondo".
Su Vinicius. "Vinicius è triste come noi, ma non per il Pallone d'Oro, ma per quello che sta vedendo a Valencia".
Sul premio come miglior allenatore della passata stagione. "Sono felice, il Pallone d'Oro è già il passato, per me è stato il 1° giugno con la Champions League. Bisogna fare i complimenti a tutti i vincitori".
VAZQUEZ: "ANCELOTTI HA RAGIONE, LA NOSTRA OPINIONE CONTA ZERO"
"Se noi calciatori abbiamo pensato di chiedere all'Uefa di non giocare? Il nostro tecnico (Ancelotti, ndr) ha ragione, la nostra opinione conta zero ora. Noi cerchiamo di essere professionisti e fare ciò che ci viene chiesto di fare". Così Lucas Vazquez, uno dei capitani del Real Madrid, alla vigilia della sfida di Champions League contro il Milan, ha parlato delle polemiche sul mancato stop al campionato spagnolo dopo il disastro di Valencia. Ma perché non ci si è voluti fermare, per via dei calendari calcistici fin troppo intasati? "Ci sono tante cose da considerare - la riposta di Vazquez -. La comunicazione è complicata. Il calcio è un'industria, noi siamo gli attori principali di questa industria ma abbiamo poco potere, possiamo solo fare quello che ci chiedono di fare". "Noi siamo tristi per tutto quello che è successo e per come si sono sviluppate le cose - dice ancora -. È il momento di cercare di aiutare chi sta male, poi ragioneremo su come sono andate le cose". Come si sente, da cittadino, Lucas Vazquez? "Io sono triste per quello che è successo. Ci sono immagini dure. Abbiamo sofferto per quello che è successo, vedere tanta gente che ha perso tutto è difficile da spiegare. Io penso solo ad aiutare, qui non è il momento e il luogo per parlare di politica. Ma certo è complicato preparare una partita in queste condizioni".