CHAMPIONS LEAGUE

Striscione 'Free Palestine' al Parco dei Principi: scoppia la polemica

Il club francese si dissocia: "Nessun messaggio politico nello stadio"

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Il pre-partita di Psg-Atletico Madrid di Champions League è stato caratterizzato dall'esposizione da parte degli ultras parigini di uno striscione di carattere politico. Come riferisce l'Equipe, su un telone che ricopriva l'intero settore erano esposte, al centro, una moschea con il suo minareto e la scritta 'Palestina libera', in basso a sinistra un bambino con la bandiera del Libano e a destra un uomo con il volto nascosto da un kefiah rossa e una giacca militare che può essere paragonata a un combattente palestinese. Questo disegno è accompagnato da un messaggio: 'guerra sul terreno ma pace nel mondo'. Nessun coro politico o antisemita ha comunque accompagnato l'esibizione dello striscione, secondo i sostenitori presenti al Parco dei Principi. Il Psg ha chiarito di non essere stato informato ma almeno la Uefa non sanzionerà i transalpini.

Lo ha fatto sapere un portavoce del massimo organismo europeo del calcio: "Non ci sarà alcun procedimento disciplinare perché lo striscione in questione non può essere definito provocatorio o offensivo". L'articolo 16 della Uefa infatti, non vieta totalmente i proclami politici negli stadi, bensì solo quelli ritenuti appunto provocatori o offensivi.     

"Se necessario, ci saranno sanzioni!", ha commentato invece il ministro degli Interni Bruno Retailleau intervenuto a Sud Radio e sui social. "È inaccettabile - ha detto Retailleau -. È uno striscione di decine e decine di metri quadrati. La Uefa e le normative calcistiche in generale vietano i messaggi politici, e questo è uno di questi". "Chiedo al Psg di spiegare per garantire che la politica non danneggi lo sport, che deve rimanere sempre un fermento di unità. Questo striscione non aveva posto in questo stadio e tali messaggi sono proibiti anche dai regolamenti della Lega e della Uefa. Se ciò dovesse accadere di nuovo, dovremo considerare di bandire i tifosi per i club che non rispettano le regole", ha scritto poi il ministro su X.

In una comunicazione all'Afp, il Paris Saint-Germain ha fatto sapere che "il club non era a conoscenza del progetto di esporre quel messaggio", ed ha sottolineato che "il Parco dei Principi e, e deve restare, un luogo di comunione attorno ad una passione comune per il calcio e si oppone in modo fermo ad ogni messaggio di carattere politico nello stadio".

Protesta del presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, Yonathan Arfi, che - sempre su X - ha scritto: "Scandaloso striscione stasera al Parco dei Principi! Una cartina in cui lo stato di Israele non esiste più. Un combattente palestinese col volto coperto. Non è un messaggio di pace, ma un'esortazione all'odio".

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GOVERNO FRANCESE CONVOCA PRESIDENTE FEDERCALCIO E DG PSG
Dopo l'esposizione al Parco dei Principi di uno striscione a sostegno della Palestina da parte dei tifosi parigini, il presidente della Federcalcio francese Philippe Diallo e il direttore generale del PSG Victoriano Melero sono stati convocati al ministero dell'Interno di Paridi. "Saranno ricevuti alle 10:00 da Othman Nasrou", segretario di Stato per la cittadinanza e la lotta contro la discriminazione, ha annunciato il suo ufficio. "Il regolamento disciplinare della UEFA vieta la diffusione di messaggi politici di natura provocatoria negli stadi", ha scritto Nasrou in una lettera indirizzata alla FFF e al PSG. "Data la dimensione (dello striscione, ndr), la sua installazione non può essere sfuggita alla vigilanza del club", aggiunge il Segretario di Stato. La UEFA, intanto, ha deciso di non avviare alcun procedimento contro il PSG, ritenendo che "lo striscione esposto non poteva essere considerato provocatorio o offensivo nel caso specifico".

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