Appena lo hanno accostato al Lecce i social sono tornati a ironizzare: "Il Maestro sta tornando". Un'etichetta targata Arrigo Sacchi che nel corso degli anni è stata per lui come un macigno. Marco Giampaolo, tornato nuovamente in pista in Serie A a oltre due anni di distanza dall'ultima avventura alla Sampdoria, ha adesso l'occasione di riscattarsi. Una opportunità quasi insperata per il 57enne, rilanciatosi nella stagione 2015-2016 a Empoli, e successivamente caduto in disgrazia dopo l'avventura al Milan (a lanciarlo Paolo Maldini). La chance della vita che a conti fatti lo ha condannato. Ma per lui, che ha vissuto tra alti e bassi, non è una novità.
Fautore del 4-3-1-2, modulo che ha riproposto in ogni sua avventura, Giampaolo è balzato agli onori della cronaca extra-campo nel 2013 dove finisce addirittura su 'Chi l'ha visto'. Non si presenta all'allenamento dopo il caos scoppiato in casa Brescia e viene messa in mezzo anche la storica trasmissione. Ma lui non si era mai mosso da casa e dopo anni raccontò: "Hanno cercato di farmi passare per uno squilibrato, ma è una questione di dignità". Giampaolo è tutto di un pezzo, non si scompone nemmeno alle pressioni degli ultrà dopo una serie di risultati difficili.
Per uomini come lui, il mondo del calcio è un ambiente ostile. Ma lui riparte. Addirittura dalla Cremonese, in Serie C. Pochi mesi dopo la grande chance all'Empoli dove eredita la squadra di Sarri. Cambia poco, esprime un bel gioco e chiude il campionato al decimo posto nel segno di calciatori come Zielinski e Paredes. Da qui la chiamata della Sampdoria dove vive tre anni più che positivi anche grazie a un Quagliarella in forma smagliante.
Giampaolo è lanciatissimo, e soprattutto ha un estimatore non banale: Arrigo Sacchi. È proprio quest'ultimo a consigliarlo a Maldini che gli affida la panchina del Milan. Si ritrova un Leao giovanissimo, Theo Hernandez appena arrivato dal Real Madrid oltre a Krunic, Bennacer e Rebic: tutti regali di un mercato estivo che però non dà i frutti sperati. Il 57enne lancia Borini mezz'ala, Suso sulla trequarti sperando anche nella vena realizzativa di Piatek. Dopo 7 giornate però ecco arrivare l'esonero: troppo pochi i 9 punti conquistati. La dirigenza rossonera lo solleva dall'incarico a seguito del successo in casa del Genoa e ha inizio l'era Pioli.
Giampaolo paga (anche) Io scarso appoggio del club, il colpo è pesante. Tanto da non riuscirsi a rialzare con Torino e Sampdoria: arrivano altri due esoneri che lo fanno cadere nel dimenticatoio. Adesso la grande possibilità di risorgere a Lecce. Sempre nel segno del bel gioco.