IL RICONOSCIMENTO

Shevchenko nella Hall of Fame: "Grazie Milan per aver creduto in me, su Leao..."

"Rossoneri fantastici contro il Real Madrid, ma serve più continuità"

Andriy Shevchenko è stato inserito nella "Hall of Fame del calcio italiano" e ha scritto una lunga lettera di ringraziamento al nostro Paese, al nostro calcio e al Milan. "Il nostro primo incontro è stato in televisione e mi sono innamorato subito di te - recita l'inizio del messaggio del Pallone d'Oro del 2004 -. Il mio primo viaggio all'estero è stato in Italia: ho pensato che sarei dovuto ritornare ed è successo". "Caro Milan, grazie per aver creduto in me. Mi hai fatto subito sentire uno di famiglia", continua la lettera con riferimento alla straordinaria avventura del campione ucraino in rossonero.

Colori che Andrij, inserito nella Hall of Fame insieme a Daniele De Rossi, Luciano Spalletti, Ariedo Braida, Roberto Boninsegna, Valentina Giacinti, Agostino Di Bartolomei, Vincenzo D'Amico e Manlio Scopigno, porta sempre nel cuore anche oggi. "Il Milan ha bisogno di continuità, e soprattutto avere una strada per costruire una squadra forte che possa vincere lo scudetto e magari in futuro rientrare nella lotta per la conquista della Champions League - ha detto Sheva a margine della premiazione -. Penso che i tifosi del Milan stiano aspettando i risultati. Ci sono momenti in cui il Milan gioca bene, la partita contro il Real Madrid è stata fantastica".

Poi qualche battuta anche su Leao: "Un giocatore come lui sicuramente deve essere tutelato perché è un patrimonio per la società: ma penso che anche Leao dovrebbe fare un passo avanti per fare di più per la squadra, perché il campione non è solo quello che fa qualcosa di importante in attacco". "Un campione è un leader, un campione è quello che nei momenti difficili aiuta la squadra - ha aggiunto Sheva -. Credo che Leao abbia la potenzialità per diventare un leader, adesso lui lo deve dimostrare".

Da bomber due volte capocannoniere del nostro campionato, Andrij poi si è soffermato sul momento magico di Mateo Retegui e Moise Kean. "Ho notato subito che erano forse dieci anni che due attaccanti italiani lottavano così per la classifica capocannonieri - ha detto -. Stanno giocando veramente bene, dimostrando un buon calcio, mi piacciono tutti e due". "Penso che avere due attaccanti così sia un grande aiuto per la Nazionale: speriamo che loro possano crescere e diano un contributo importante al calcio italiano", ha proseguito.

Infine un riferimento anche alla guerra in Ucraina e all'importanza dello sport anche in queste situazioni. "Il calcio e lo sport in genere hanno un grande valore e una grande forza nell'aiutare le persone, si possono costruire ponti di rapporti - il presidente della Federcalcio ucraina Andriy Shevchenko -. Lo sport è come una terapia per la gente dell'Ucraina e soprattutto i bambini che stanno soffrendo molto". 

LA LETTERA DI SHEVA
"Caro calcio italiano, questa è la lettera di un bambino ucraino che sognava di arrivare fino a te. Il nostro primo incontro è stato in televisione e mi sono innamorato subito di te. Vedevo Maldini, Baresi, Maradona, Platini, Van Basten, Baggio, Vialli e rimanevo fermo, come si rimane fermi davanti alle più grandi opere d’arte. Vedevo la passione della gente, quasi una religione. Vedevo stadi pieni, anche di storia. Il mio primo viaggio all’estero, da bambino, è stato in Italia, prima a Roma e poi ad Agropoli per giocare un torneo. Mi ha colpito subito tutto della gente, soprattutto la generosità. Mi sono sentito bene e ho pensato: “Qui devo ritornare a tutti i costi”. E’ successo. Caro Milan, grazie per aver creduto in me. Mi hai fatto subito sentire uno di famiglia, fin dal primo giorno. Abbiamo vinto tanto insieme e ho conosciuto persone straordinarie, in particolare la famiglia Berlusconi, Adriano Galliani, Ariedo Braida, la famiglia Maldini. Milanisti si è dal primo giorno e per sempre. Entrare nella Hall of Fame del calcio italiano è un enorme privilegio, e per questo ringrazio tutti i miei compagni di squadra del Milan e tutti i dirigenti. E i tifosi. Coverciano, dove sono oggi, non è solo la casa dell’Italia, ma è anche un’istituzione conosciuta ovunque. Da qui sono usciti tutti i più grandi allenatori e vorrei dire una cosa a voi, ragazzi della Nazionale italiana: il calcio italiano è amatissimo in tutto il mondo. Difendetelo e onoratelo. Infine, vorrei dire grazie a tutta l’Italia per essere vicina all’Ucraina nel momento più difficile della nostra storia. Quello che per altri è normalità, per noi è speranza. La speranza di esserci ancora, ogni giorno e per sempre. Italia, ti voglio bene"
 

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