L'Inter e Steven Zhang possono tornare a sorridere insieme. Dopo l'addio turbolento dell'estate con l'escussione di Oaktree, infatti, il tribunale di Milano ha dato ragione all'ex presidente nerazzurro nella battaglia contro i creditori. Secondo quanto riferito da Calcio e Finanza nello scontro legale con China Construction Bank (CBBA), i giudici lombardi hanno dato ragione a Zhang e alla società, che quindi non dovrà versare alcuno stipendio arretrato per i suoi anni da numero uno del club.
La causa, partita nel 2022 per il prestito da 320 milioni mai ripagato a China Construction Bank da parte di Zhang, era passata in mano alla Corte d’Appello di Milano lo scorso marzo dopo l'accoglimento del ricorso di CCBA, decidendo di riconoscere la sentenza di Hong Kong. La sentenza, nello specifico, riportava l'indicazione di ripagare il debito di 255 milioni di dollari più interessi per 2,6 milioni fino al 2 agosto 2021 e poi interessi annui pari al 13% sui 255 milioni di cui sopra dal 3 agosto 2021 fino alla data del pagamento (circa 30 milioni annui).
China Construction Bank Asia avrebbe quindi provato a rifarsi sugli asset italiani di Zhang, a partire dallo stipendio come presidente dell'Inter. Un compenso che si sarebbe aggirato attorno al milione (914mila euro annui). Stipendio che però Zhang non ha mai ricevuto, come approvato in passato dal CdA nerazzurro che certificava come il presidente avesse rinunciato ai compensi. CBBA, però, non si è persa d'animo e ha provato a chiedere al Tribunale di "dichiarare l’inefficacia" della rinuncia al compenso e della delibera assembleare, chiedendo di "accertare, quantificare e dichiarare l’ammontare del compenso" per Zhang.
La causa è quindi arrivata davanti alla giudice Alima Zana che negli scorsi giorni ha sottolineato la delibera dell’Inter non è attaccabile da CCBA in quanto in particolare "con tale delibera non è stato in alcun modo revocato il diritto al compenso eventualmente riconosciuto in precedenza dalla stessa assemblea a Zhang", ma che anzi i soci "hanno dunque solo preso atto della scelta di Zhang di non ricevere alcun compenso".
La rinuncia al compenso, ha spiegato il Tribunale, è antecedente anche al contratto di finanziamento che ha portato al debito per Zhang verso CCBA, oltre alla "gratuità che sempre storicamente ha caratterizzato l’incarico di Presidente del C.d.A. dell’Inter, alla conferma di tale tradizione anche per gli amministratori nominati insieme con Zhang sin dal 2016 nel CdA e nel 2019 e al rispetto di tale prassi anche dopo la cessazione dalla carica del convenuto", considerando anche che Marotta, suo successore alla carica di presidente, non riceve compensi.
Insomma, una decisione, come tradizione comanda, che ha portato i giudici a scagionare Zhang escludendo "l’intento frodatorio del convenuto debitore, trovatosi – sin dal 2016, quattro anni prima del sorgere del credito per la cui tutela l’attrice agisce – in un contesto ove non percepire il compenso corrispondeva all’immagine del Presidente quale carica di prestigio in sé".