L'INTERVISTA

D'Aversa e la paresi facciale: "All'inizio non era facile, ora ho imparato a scherzarci su"

L'allenatore, alla Gazzetta dello Sport, ha parlato delle difficoltà legate a una malattia arrivata all'improvviso

© Getty Images

Non è un periodo particolarmente facile e felice per Roberto D'Aversa. Prima l'esonero con il Lecce e la squalifica legata alla testata a Henry, poi l'ictus che ha colpito la mamma (che per fortuna si sta riprendendo) e, alla fine di tutto, la paresi facciale. Nonostante tutto l'allenatore dell'Empoli, da vero combattente, non si è fermato e ha continuato ad andare in panchina e davanti ai microfoni a dispetto degli evidenti problemi al viso. Ha raccontato tutto alla Gazzetta dello Sport. 

"Mi stavo lavando i denti. La sera prima avevo cenato a Firenze con lo staff - ha spiegato D'Aversa -. La bocca non rispondeva ai comandi. Nei due giorni precedenti non sentivo i sapori, ma il tampone del Covid era negativo. Ho chiamato il dottore dell'Empoli, siamo andati al Pronto soccorso e ho aspettato quattro ore gli esami pensando a cose molto brutte. Poi il responso: paresi facciale. Io non sono mai stato bello, così però... Sto facendo le cure, cortisone, integratori per i nervi. I primi giorni sono stati davvero brutti, di notte dovevo bendarmi l'occhio sinistro perché non si chiudeva. Per un po' è stato impossibile bere e mangiare. Adesso scherzo con mia figlia più piccola, quando provo a darle un bacio e la bocca va da un'altra parte. E ridendoci su capisco quanto siamo fortunati, quanto sia importante la prevenzione e quanto soffra chi dalla nascita convive con certi problemi e magari viene anche bullizzato".

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