la rivelazione

Lazio, Mario Gila: "Con Sarri sono finito dallo psicologo, non mi dava fiducia. Baroni mi ricorda Ancelotti"

Il difensore rivela i problemi vissuti nell'era Sarri e incorona Baroni

© Getty Images

Mario Gila è uno degli uomini chiave della Lazio di Marco Baroni che a sorpresa si trova seconda in classifica. Un difensore che, dai primi anni in biancoceleste, si è riscoperto essere un grande acquisto, nonostante l'avvio con handicap. Prelevato dal Real Madrid Castilla, squadra B dei Blancos, lo spagnolo ha dovuto far fronte a tante bocciature, tra cui quelle di Sarri che lo hanno addirittura portato a chiedere aiuto a uno specialista. "Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale" ha raccontato a La Repubblica.

Nel colloquio con il giornale, Gila ha svelato di aver vissuto momenti difficili nell'era Sarri. Situazione superata grazie all'aiuto dello psicologo: "Mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico. Sono maturato parecchio da allora”.

Ma ora c'è Marco Baroni, un tecnico che allo spagnolo ricorda Ancelotti: "Il calcio di Ancelotti è semplice, i difensori difendono e gli attaccanti devono fare gol. In più ha la capacità di creare amore all’interno del gruppo, hai un amico in più nello spogliatoio. E in questo oggi Baroni me lo ricorda molto”.

E a proposito del tecnico dei biancocelesti ha spiegato: "Ci sono tecnici che dicono subito “qui comando io” e si comportano di conseguenza. Lui è diverso, ti vuole bene, coinvolge tutti, comprende le necessità di ciascuno di noi. Ecco perché nella Lazio chi entra dà sempre il 100. Venivamo da una stagione difficile, due allenatori si sono dimessi, non pensavo che i risultati sarebbero arrivati così presto. Quest’anno possiamo realizzare qualcosa di bello”.

Cosa? Gila è sincero: "Lo scudetto è un concetto lontano: non dico che sia impossibile, ma la squadra non è stata costruita per quello. Dobbiamo cercare di tornare in Champions. E in ogni caso sono convinto che possiamo vivere una stagione importante”.

Guardando avanti, però, ha un sogno: "Il Real è il club dei miei sogni, il numero uno al mondo. Nel giro di due stagioni, dai 16 ai 18 anni, mi sono ritrovato dal settore giovanile di una piccola società, il Mollet, a un’ora da casa mia a Barcellona, all’Espanyol e poi all’accademia del Real. Un salto complicato da gestire per un giovane che non è cresciuto nel vivaio di una big”.

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